"Il messaggio dell'inizio Route? Voglia di rimboccarsi le maniche"

Voglia di fare, di rimboccarsi le maniche per cambiare le cose. Credere nei valori dello scautismo e nella fretellanza che lega le migliaia di ragazze e ragazzi presenti a San Rossore per la Route nazionale. Queste le impressioni ed emozioni di rover e scolte dopo la cerimonia di apertura della Route nazionale, nel Campo del Futuro. Gli scout reporter della redazione di Camminiamo Insieme hanno raccolto le voci di ragazze e ragazzi.

Molti commenti sono positivi, come quello di Mattia del Siracusa 10: “Questa cerimonia mi ha dato la carica, tutti coloro che sono saliti sul palco ci parlavano come se si rivolgessero ad ognuno di noi”. Anche Simone del Torino 30 esprime il suo stupore: “Quando sono arrivato e mi sono guardato intorno, ho pensato, ma quanti siamo!? Allora non sono solo io che ci credo”. E ancora, i ragazzi del Burkina Faso, ospiti del clan internazionale, sono rimasti impressionati da questa cerimonia: “It was amazing, all of us looked like an ocean with our blue shirts and with our foulards. It was beautiful, very cool”.

Anche Ettore del Gattinara 1 rimane colpito dal grande numero: “A Gattinara lo scautismo non è propriamente seguito, ma vedere che ci siamo, che in effetti non siamo pochi e che siamo un’organizzazione unita, ha avuto un effetto corroborante per lo spirito. Il messaggio è passato: l’Agesci esiste, e non è di nicchia o uno svago, ma una cosa seria”. Uno stupore che colpisce anche Giulia de Brugherio 1: “Davvero insieme possiamo fare la differenza! Abbiamo gli stessi ideali, gli stessi pensieri e possiamo fare valere il nostro messaggio: cambiare qualcosa in questo mondo. Ma tra tutti, il momento piú intenso è stato quello in cui cantavamo tutti insieme. Una gioia molto forte, un attimo nel quale capisci di essere parte di qualcosa piú grande”.

Sentire 30.000 ragazzi cantare l’inno fa effettivamente venire i brividi. Lorenza del Bozzolo 1 commenta così: “Capisci che ci sono altri ragazzi che fanno i tuoi stessi sacrifici e che ci credono come te”. Non mancano i riferimenti all’Italia e a come i giovani possono mettersi in gioco per pensare e creare insieme il futuro che vogliono: “Possiamo migliorare l’Italia, è per questo che siamo qui”, sostiene Riccardo del Santena 1.

Ci sono stati anche pensieri differenti, come quello di Francesco del Palagonia 1: “La cerimonia è stata deludente, un po’ troppo piena di frasi fatte e a tratti poco coinvolgente, mentre tra noi che eravamo sotto al palco c’era entusiasmo e fratellanza”. Anche Giada del Guidonia 3 è rimasta delusa: “Mi aspettavo qualcosa di piú bello dalla cerimonia, di piú movimentato. Non sono riuscita a seguire la cerimonia: se un messaggio c’era è stato complesso seguirlo”. E c’è anche chi avrebbe desiderato una  considerazione maggiore da parte di personaggi rilevanti per un evento straordinario come la Route.

Centrale anche il tema del coraggio, che secondo Sergio dell’Acirale 5, si deve fondare sulla legalità, sull’etica, strettamente legato ai principi scout. Giuseppe del Falconara 1 riconosce la costruzione della città ideale la base dell’intero spettacolo, una cittá nuova, costruita sui legami di chi la abita. Benedetta del Poggio Mirteto 1 spiega che la route invita i cittadini di domani a non smettere di credere nelle opportunità che la storia ci sta donando, dalle tre route nazionali, del 1975, 1986 e 2014. Per Valentina del Menfi 1 “oltre al coraggio, la parola chiave della Route che credo sia rimasta impressa è la forza, l’unione: l’essere riusciti a creare un evento di questa portata, l’amore tra noi. Ogni tanto mi fermavo a guardare i canti e i balli, i sorrisi delle persone: questo è raro nel quotidiano”.

Dalle parole lasciate emerge soprattutto un grande stupore. Giovani che vivono in una neonata cittá basata sulla responsabilitá di tutti, giovani che si scoprono uniti da un’etica comune, si stupiscono e si emozionano nel trovarsi cosí in tanti. “Mi colpisce pensare che tutti noi possiamo migliorare il futuro”, ci dice Francesco del Paternó 1.

Vedere un mare di camicie blu emoziona. Tanti ragazzi si ricorderanno a vita il mare azzurro creatosi per la cerimonia. A molti è passato che ognuno di loro è chiamato in causa per cambiare il futuro; sentono il bisogno di cambiamento e lo desiderano, come Martina del Bagnacavallo 1. “Questo non  l’arrivo ma solo il punta di partenza”, ricorda Martina di Albano 2. Alcuni si interrogano sul fatto che il messaggio sia arrivato anche fuori dall’associazione Agesci consci che il miglioramento può avvenire solo se ci si impegna tutti quanti. Questi sono solo una parte dei numerosi commenti delle trentamila camicie azzurre di San Rossore. Non ci resta che concludere con i pensieri di molti: “Non è più tempo di stare seduti su una sedia ad aspettare, il momento di agire è ora!”

Marta Guerreschi, Noemi Mannucci, Erica Alberini, Edoardo Vignati ed Elia Pasolini