Route: il cammino interiore che coinvolge tutti

Realizzare un sogno, riuscire a percorrere sentieri in ogni modo e con ogni mezzo. Sono queste le motivazioni che hanno spinto Nicola Mandelli, Cristiano Baroni e Giancarlo Cotta Ramusino a incamminarsi lungo il sentiero compiuto dai nostri militari durante la ritirata russa della Seconda Guerra mondiale. Un viaggio raccontano a 27 scout  venerdì 8 agosto nel  corso di uno dei  laboratori presentati al parco di San Rossore durante la Route nazionale. “La route…uno stile di vita”, questo è il titolo del laboratorio che insegna a progettare il proprio viaggio, sia per quanto riguarda la strada, che per l’aspetto personale.

Il laboratorio prende il via grazie al racconto delle route regionali appena terminate: ognuno racconta una storia diversa, ma la comunità e la voglia di vivere nuove esperienze sono stati due fattori che accumunano questi ragazzi provenienti da ogni parte d’Italia. Dopo aver raccolto le parole chiave di ogni racconto, i responsabili del laboratorio narrano la propria esperienza. La proposta di percorrere il sentiero della ritirata russa sembrava infattibile, ma grazie alla forza di volontà è scaturita un’ impresa compiuta alla perfezione.

Nei lavori di gruppo che seguono si prova a programmare un viaggio sottolineando alcuni aspetti spesso dimenticati come il coraggio di accogliere compagni di viaggio, di offrire un servizio umanitario, o anche solo di lasciare una traccia del proprio passaggio.  Il laboratorio prosegue con due esempi che vengono proposti ai rover e alle scolte: il bergamasco Franco Pini tramite il viaggio ha conosciuto la violenza in India e la solidarietà dei volontari in Africa; le Aquile randagie, nonostante l’impossibilità di svolgere attività scautistica durante il fascismo, riuscirono a portare avanti il loro ideale e a salvare moltissime persone che scappavano dalle persecuzioni fasciste accompagnandole nel loro viaggio verso la Svizzera.

Andrea Abbate

(Foto di copertina di Andrea Abbate)