Startupper? Come "Giuseppe, principe dei sogni"

La storia biblica di Giuseppe, l’interprete dei sogni? Ottima per spiegare (e magari stimolare) la nascita di un’impresa: serve un sogno, da raccontare agli altri per non farlo morire; e fra chi ascolta gli uditori è poi necessario un valido interprete del sogno, proprio come lo era Giuseppe. Ma sono state anche tante altre le parole e le frasi di coraggio alla tavola rotonda “Una nuova dimensione del lavoro: impresa sociale e start-up giovanile”, organizzata dal clan del Modena 4 per i gruppi che partecipano alla Route nazionale dell’Agesci.

Luigino Bruni parla ai ragazzi

Luigino Bruni parla ai ragazzi – foto di Jean Ephrem Nastasio

Durante l’anno i ragazzi hanno lavorato sul confronto fra l’idea imprenditoriale e quella sindacalista, su come i giovani percepiscono il lavoro e lo scetticismo che essi hanno riguardo al loro futuro. Giovani Dotti, già presidente di Welfare Italia dal 1999 al 2008, fondatore e presidente di Cgm dal 2005, si presenta ai “giovani coraggiosi” come marito e padre, “i due lavori più importanti che ci sono”, dice. E già da queste prime parole si evince la sua proposta imprenditoriale.

Luigino Bruni, professore ordinario di Scienze economiche, politiche e lingue moderne alla LUMSA di Roma, introduce invece un discorso su “filosofia, economia sociale e civile”. E’ lui a tirare in ballo Giuseppe, l’interprete dei sogni e la metafora sulla nascita dell’impresa: l’interprete non è un consulente a pagamento, dev’essere gratuito, vicino perché vede un bene comune. E un interprete moderno è l’educatore. Il suo compito non è affatto facile: riuscire ad alimentare il fuoco della passione del sognatore, se lo ritiene sulla giusta strada; oppure soffocarlo, senza sconti, se non lo ritiene adatto.

 

E l’impresa? E’ collettiva, mai solitaria. Ed è qui che Bruni si riallaccia a Dotti: l’impresa sociale può essere una nuova forma di produzione. Secondo Dotti, è necessario un ritorno al ‘valore’ nel suo significato originario, che comprende un’accezione personale e comunitaria non solo quella economica, oggi troppo diffusa. La speranza è il ritorno a una società comunitaria, dove le imprese sociali possono gestire beni comuni come l’acqua e la sanità. Inoltre il presidente del Cgm auspica una rivoluzione nel modo di abitare: un ritorno alla cogestione di spazi comuni, dove ognuno deve prendersi cura del prossimo. Non è un caso che lo stesso Dotti viva in una comunità di famiglie.

 

Non mancano le idee concrete, perché è da lì che bisogna ripartire.

Dotti dal punto di vista imprenditoriale punta tutto sull’impresa sociale, mezzo di autosufficienza da esportare all’estero come modello di risalita dal baratro della crisi economica.

Rivoluzioni in campo sociale, nella scuola, nella gestione dei trasporti, l’abitare e nel lavoro, come occasione di crescita sin dalla scuola superiore; rappresentano le sfide per cambiare radicalmente il sistema italiano ormai schiacciato fra fiscalità e voto. Dotti ha offerto ai giovani la sua esperienza decennale, le 1000 cooperative sociali e gli 80 consorzi che danno lavoro a 45.000 persone impegnate nel reinserimento di disabili, malati mentali, carcerati nel mondo del lavoro.
Si riallaccia alla proposta anche Bruni, che propone, in un futuro neppure troppo lontano, un pacchetto lavorativo che comprenda, settimanalmente, 30 ore di lavoro retribuito e 20 destinate gratuitamente al servizio della comunità.

 

più di 500 ragazzi in ascolto alla tavola rotonda

più di 500 ragazzi in ascolto alla tavola rotonda –  foto di Federico Stivani

Infine, dopo un dibattito fra i ragazzi divisi in gruppi, sono sorte domande per i relatori. Come quella di Simone: “Come può una piccola impresa essere competitiva e portatrice di benessere sia per i lavoratori che per la società?”. E la risposta racchiude il senso di tutta la chiacchierata: non bisogna valutare fattori economici, ma quelli sociali e comunitari. “Nessuno nasce egoista. E’ impossibile essere egoisti se si è in una relazione con gli altri”. E allora creiamola, questa relazione.

 

Edoardo Nasini

(in copertina incontro fra Dotti e Nasini – credits: R. Pisani)