Sono in tutto 456 le routes regionali che si stanno svolgendo in tutta Italia. I rover e le scolte con i loro capi sono riuniti in Clan gemellati, ciascuno con un gruppo dal nord, dal centro e dal sud del Paese. Zaino in spalla e scarponi ai piedi, stanno camminando per le strade e i paesi d’Italia in cerca di luoghi e incontri significativi.
L’organizzazione di ogni singola route è stata curata dal clan ospitante e potete trovare i racconti in diretta nei dispacci dalle routes e negli altri articoli del blog. Per farci un’idea generale dei temi e dei percorsi scelti dai gruppi ospitanti abbiamo fatto una chiacchierata con Marica Pastore e Antonio Intini, i due capi che nei mesi scorsi hanno coordinato i gemellaggi e i percorsi.
“A gennaio i clan partecipanti hanno espresso la loro preferenza nell’essere ospitante o ospitato – racconta Antonio – e i gruppi ospitanti hanno iniziato a progettare le route”. In base alle 456 schede raccolte, con le specifiche dei percorsi, sono stati formati i gemellaggi. “Non è stato un lavoro semplice: in ogni gemellaggio ci dovevano essere circa sessanta ragazzi, in rappresentanza del nord, del centro e del sud. Si è tenuto conto della percorribilità anche con persone disabili e abbiamo fatto in modo che ogni route potesse contare sulla presenza di un assistente ecclesiastico”.
“È stato interessante spulciare tra i progetti di tutte le routes” – continua Marica. “Ho notato alcune tendenze nelle scelte dei temi e dei percorsi: i clan ospitanti hanno scelto di far vivere ai gruppi ospitanti, tramite la strada, il territorio che loro vivono e conoscono: natura, cultura, problematiche, tradizioni. Un’altra tendenza generale è quella di voler imparare dalla storia di cui i nostri luoghi sono testimonianza per fare poi scelte coraggiose per il presente e il futuro: molte routes sono in corso sui luoghi della resistenza o della prima guerra mondiale, vista anche la coincidenza con il centenario. Anche le tematiche relative alla cittadinanza attiva e al rispetto dell’ambiente sono state particolarmente gettonate”.
Come per molti altri aspetti, anche in questo caso si notano trend differenti in riferimento alle tre aree d’Italia: “al nord sono in corso routes più di tipo storico-politico e naturalistico – precisa Marica – mentre al centro i clan stanno facendo più incontri, approfondimenti e cammini di tipo spirituale e culturale. Chi sta camminando al sud invece ha modo di approfondire i temi della politica e della legalità, della difesa del territorio, dell’immigrazione e del coraggio di trovare la forza per il cambiamento”.
È interessante notare come non tutte le routes siano state progettate per essere fatte a piedi: alcune sono in bicicletta, altre addirittura in canoa sui laghi e sui fiumi d’Italia. La maggior parte si sta svolgendo nelle zone rurali, in montagna, nelle campagne, nei parchi naturali, ma molte passano anche da città come Roma, Torino, Genova, Foggia.
Elisa Carraro