San Rossore – Alle prime luci dell’alba di mercoledì 6 agosto inizia l’arrivo dei 30.000 scout protagonisti della Route nazionale. Piedi doloranti, facce stanche, ma occhi luminosi di chi ha “il fuoco dentro” e tanta voglia di scoprire e conoscere cose e persone nuove.
Ed è una ‘processione’ continua: gli ultimi arrivi sono previsti alle 23; poco prima delle 21 se ne contavano 20.000 su 30.000. Jacopo di Galatina (Lecce) è ancora esterrefatto dalla route regionale nelle Cinque Terre in Liguria: “Non avrei mai pensato si potesse camminare sui monti assaporando il profumo del mare” In Maria Vittoria di Cogoleto (Genova) è ancora vivo il ricordo del percorso fatto nella zona di Cagliari e della cena tipica offerta dagli amici sardi. E poi c’è Federico di Arezzo che racconta di come sia stato bello e naturale, la sera di martedì 5 agosto, a Verona, mettersi a cantare e danzare insieme ad un altro centinaio di scout nonostante la pioggia intensa.
Tutti si sentono a casa, parte di una grande e unica famiglia. Gli sguardi si levano stupefatti di fronte al grande portale del coraggio, varcato il quale possono finalmente dire: “Ora è Route nazionale”. È “stato emozionante oltrepassare questa soglia”, ammette Riccardo di Catania mentre si gira ancora una volta a fissare il portale. Qualcuno canta, qualcuno ride, qualcuno si commuove e piange.
Il pensiero di tutti è rivolto a quello che li attende in questi giorni a San Rossore; c’è la voglia di divertirsi, di fare nuove amicizie, di vivere esperienze che aiutino a crescere, soprattutto c’è la voglia di cambiare, di fare qualcosa non solo per la propria associazione, ma per l’Italia intera. Robin di Viareggio è stupita di quanto è stato fatto sino ad ora e di quante persone abbiano lavorato e lo stiano ancora facendo per rendere possibile tutto questo: “Non voglio leggere il programma dei prossimi giorni, voglio che sia tutto ancora una splendida sorpresa”.
I ragazzi di Pisa sono orgogliosi di ospitare la Route nazionale nella loro terra, soprattutto sperano che tutte queste camicie azzurre contribuiscano allo sviluppo dello scautismo pisano. Ritornano sulle polemiche, sollevate da alcuni, riguardo all’impatto ambientale che la “carica dei 30.000” potrebbe avere sul Parco di San Rossore, e la loro richiesta è una sola: “Abbiate fiducia in noi giovani, siamo in grado di prenderci le nostre responsabilità e lasceremo il parco meglio di come lo abbiamo trovato, come il nostro fondatore Baden Powell ci ha insegnato”.
Daniele Rotondo – foto di Sara Bonvicini