Imed e la sua storia di detenzione

Nel laboratorio Oltre il muro di cinta, Elena del Perugia 1 e Gianvittorio, Responsabile regionale dell’Umbria, chiedono ai partecipanti di riflettere su ciò che si trova al di là del muro: i “delinquenti”, coloro che non vogliamo vedere.

Porta la sua testimonianza Imed, un tunisino che vive in Italia da 12 anni. È arrivato in Italia a nuoto clandestinamente, si è imbarcato e ha viaggiato di nascosto sotto i camion. La sua è una storia davvero difficile: per due anni vive in una baracca, senza trovare un lavoro regolare. Si sposa con una ragazza di Perugia, ma non gli viene accordato il permesso di soggiorno, e così per sopperire ai problemi economici inizia a spacciare e viene arrestato. Fuori dal carcere per un giorno, subisce un grave incidente che lo condanna alla sedia a rotelle. Adesso Imed è in detenzione sociale ed è aiutato da Gianvittorio, il suo assistente sociale, e da Elena, il suo avvocato.

Imed è testimone di coraggio e vittima di un sistema carcerario che in Italia è gestito male: carcere che non dovrebbe essere luogo di punizione, ma di reinserimento sociale. Ormai Imed non fa progetti a lunga scadenza, ma va avanti giorno dopo giorno con il coraggio che ha trasmesso anche ai ragazzi, ricordando che anche se si possiede solo un arto, vale ancora la pena vivere.

Giosj Gallo