30 mila ragazzi, la telefonata del Papa, il Presidenze del Consiglio, il Cardinale Bagnasco, la Carta del Coraggio, una promessa a sé stessi, una presa di coscienza e tanto entusiasmo con cui tornare a casa per “costruire una città nuova”, è questa a caldo la sintesi della Route nazionale.
I clan tornano a casa, il Parco di San Rossore si svuota, ma la macchina organizzativa che ha reso questo evento possibile non si ferma: il One Team è ancora in fermento. Qualche ora per celebrare il successo raggiunto e per rilassarsi cantando, una volta fatti partire tutti i ragazzi, qualche ora di sonno e poi, di nuovo tutti al lavoro!
Anche lunedì 11 agosto i capi in servizio, come formichine operose, smontano, puliscono e mettono tutto a posto per mantenere fede alla promessa “lasciamo il mondo migliore di come l’abbiamo trovato”.
Ed è grazie a loro che tutto questo è stato possibile: divisi in gruppi per sottocampi, come i ragazzi, più di 800 capi hanno dato il loro contributo personale affinché tutto funzionasse; dalla sicurezza alla pulizia del campo, dalla ristorazione alla comunicazione ognuno si è speso perché tutti i 30 mila partecipanti al campo potessero godere appieno dell’evento.
Il loro entusiasmo, come quello dei rover e delle scolte, non è mai venuto meno: non li fermano i turni massacranti da almeno 8 ore, col sorriso han messo da parte la stanchezza, rispondendo “eccomi” alle richieste più varie: c’era tanto da fare, da sporcarsi le mani nel vero senso della parola e nessuno si è tirato indietro. I badge rossi svolazzano appesi al collo dei capi del OneTeam per tutta l’area, segnalando che chi lo indossa è lì per fare servizio, sempre a disposizione per essere una piccola rotella nell’enorme ingranaggio della Route nazionale: trasporti, vettovagliamento, grandi costruzioni, protezione civile, pronto soccorso, servizio di accoglienza o di IT, comunicazione o servizio di sicurezza, ciascuno col proprio compito per competenze, inclinazioni o semplicemente perché ce n’era bisogno.
Federico, preso al volo mentre sposta un sacco della spazzatura, ci dice “è lunedì mattina, la Ruote è finita, la stanchezza è tanta, ma nessuno si riposa: c’è una città nuova da costruire anche per noi”
Elena Aiello
(in copertina: capi OneTeam in servizio alla cerimonia di chiusura – credits: Daniele Tavani)