Ariccia (Roma) – Dal 2008 in poi, passando di fronte all’Oratorio “Don Bosco”, si poteva notare subito l’erba incolta che soffocava tutto il campo da gioco. La struttura era stata chiusa a causa del trasferimento dell’ex parroco e, successivamente, presa in carico dai nuovi sacerdoti entranti, Don Alessandro e Don Antonio. Con il passare del tempo, però, i cittadini hanno mostrato una crescente disaffezione distaccandosi sempre più dalle attività parrocchiali fino a causare una nuova chiusura dell’oratorio, prima frequentato dalla maggioranza dei giovani di Ariccia.
Per questo motivo, il clan del gruppo scout AGESCI della città ha deciso di intraprendere come azione di coraggio la riapertura dell’oratorio, impegnandosi direttamente nella realizzazione di attività per i più piccoli (animazione e sostegno scolastico) e per i più grandi, con corsi di musica, passamaneria e così via. L’oratorio può contare su di un campo da calcetto in erba sintetica ed un campo polifunzionale in cemento, gli spogliatoi con annessi docce e bagni e molto spazio per giochi e iniziative varie. In città scarseggiano le zone verdi ed esiste una sola area attrezzata con giochi per bambini, si capisce facilmente, quindi, l’importanza che rivestirebbe per la popolazione una realtà come l’oratorio.
Molti cittadini di Ariccia hanno accolto con gioia la notizia della riapertura ed altri si sono offerti come volontari per aiutare il clan nell’organizzazione e la gestione dell’oratorio. Altri, invece, non hanno mostrato lo stesso interesse: c’è chi è rimasto indifferente, mentre altre persone hanno dichiarato vano lo sforzo di tentare di rivitalizzare l’oratorio.
Nonostante le difficoltà, il clan, con l’aiuto dei parroci, ha continuato ad organizzarsi e a lavorare per raggiungere l’obiettivo, ottenendo la riapertura dei cancelli del campo e la possibilità per tutti di utilizzare gli spazi dell’oratorio ogni sabato in occasione delle attività pomeridiane che gli scout svolgono abitualmente. Purtroppo, però, sono stati ben pochi i ragazzi che hanno sfruttato questa possibilità finora. Tuttavia, l’azione di coraggio del clan dell’Ariccia 1 prosegue, cercando di combattere la diffidenza dei propri concittadini grazie al loro impegno nel rendere l’oratorio un luogo accogliente per tutti.
Giulia Di Pace