Monte Pasubio, cent'anni dopo la guerra per un futuro di pace

A cento anni dall’inizio della Prima Guerra mondiale, nelle Valli del Pasubio, in provincia di Vicenza, sono tornati a risuonare i passi di giovani che salgono verso la vetta del massiccio, a duemila metri di altitudine. Ma non sono più i soldati  della Grande Guerra, ma i rover e le scolte dei clan dei gruppi Agesci Trento 12, Rimini 9 e Oristano 2.

Partendo oggi dall’ossario del Pasubio, dove sono custoditi i resti di oltre 5000 caduti, percorreranno la “Strada delle 52 gallerie”, una mulattiera militare, costruita dai soldati italiani, lunga 6.555 metri, dei quali circa un terzo suddivisi in gallerie scavate nella roccia, che conduce fino in cima al massiccio calcareo.

Dalla vetta del massiccio giungeranno il 5 agosto al colle di Miravalle a Rovereto, in provincia di Trento, dove sorge la Campana dei Caduti, realizzata nel 1924 con il bronzo dei cannoni delle 19 nazioni che presero parte a “l’inutile strage”.

Cinque giornate per riflettere sul coraggio di chi, a  20 anni, si trovò a combattere nelle trincee e anche su quelle dei pochi che già allora osarono opporsi alla guerra. Temi quanto mai vivi nel presente, sulle orme del passato, per costruire un futuro di pace.

Daniele Rotondo