Coraggio in tutte le lingue del mondo

Non solo Italia, non solo Europa: sono 11 le nazioni rappresentate dalle delegazioni straniere presenti alla Route nazionale. Ragazzi provenienti dall’Europa (Austria, Francia, Islanda, Portogallo, Spagna, Ucraina), ma anche da Paesi più lontani, che stanno vivendo momenti storici difficili come Libia, Palestina, Burkina Faso, Egitto.

Da sinistra: padre Alessandro Salucci (seduto), Andrea Abrate, Sergio Bottiglioni, Noemi Ruzzi - foto di Francesco Mastrella

Da sinistra: padre Alessandro Salucci (seduto), Andrea Abrate, Sergio Bottiglioni, Noemi Ruzzi – foto di Francesco Mastrella

Fin dal 1920, anno del primo World Scout Jamboree (il raduno mondiale voluto dal fondatore del movimento scout Baden-Powell), la fratellanza fra scout di tutto il mondo è uno dei valori del movimento. Noemi Ruzzi e Andrea Abrate, Incaricati nazionali ai rapporti e all’animazione internazionale, nel loro saluto iniziale alle delegazioni straniere presenti alla Route nazionale ricordano proprio il discorso conclusivo di B.-P. a quel primo evento mondiale: “Tra le persone del mondo ci sono differenze di pensiero e di opinione, così come ci sono di lingua e aspetto fisico. Il Jamboree  ci ha insegnato che se esercitiamo la tolleranza ci sarà  comprensione e armonia”.

“Giovani provenienti da tutto il mondo, riuniti insieme solo perché scout – continuano Ruzzi e Abrate – con il coraggio di partecipare, di essere lì per far sentire la propria voce e cambiare il mondo”.

La bandiera dell'Egitto - foto di Francesco Mastrella

La bandiera dell’Egitto – foto di Francesco Mastrella

Ogni delegazione consegna la propria bandiera, che unita a quella dell’Italia forma un grande tappeto colorato sul prato della Piazza del Coraggio. “Viviamo un tempo che ci preoccupa – continua l’Incaricato nazionale alla Branca R/S, Sergio Bottiglioni – Sperimentare il coraggio, agire con coraggio è l’unico modo per guardare il futuro negli occhi e migliorare questo mondo, che non abbiamo scelto ma ereditato dalle generazioni precedenti”.

Padre Alessandro Salucci, Assistente ecclesiastico generale Agesci, cita Shakespeare e invita tutti i partecipanti a sentire lo spirito della speranza e a costruire la loro nazione con l’aiuto di Dio, qualunque sia la religione di appartenenza. “Noi anziani – sottolinea – ci aspettiamo molto da voi”.

Presenti all’accoglienza anche Christos Hatzidiamandis e Elisa Chiodi, in rappresentanza delle associazioni mondiali WOSM (World Organization of the Scout Movement) e WAGGGS (World Association of Girl Guides and Girl Scouts). Invitano i giovani presenti a fare amicizia e a divertirsi: l’unico modo per costruire insieme una cittadinanza attiva in Europa e nel mondo.

Soffia, rappresentante dell'associazione delle guide ucraine - foto di Francesco Mastrella

Soffia, rappresentante dell’associazione delle guide ucraine – foto di Francesco Mastrella

Ed è proprio questo che hanno fatto finora questi ragazzi stranieri, che hanno partecipato alla parte mobile della Route nazionale insieme ai clan italiani. “Essere qui è come essere in vacanza”, racconta Soffia, di Kiev. “I miei genitori mi scrivono che a Kiev la situazione è tranquilla, ma alcune amiche scout originarie dell’Ucraina orientale che hanno partecipato ad un altro evento in Irlanda non sono riuscite poi a rientrare nelle loro case perché era stato abbattuto un ponte. Qui vivo la normalità: le persone si aiutano tra loro, e non manca mai un sorriso”.

Nella stesura della Carta del Coraggio vengono coinvolti anche i ragazzi stranieri: il loro vissuto diventa confronto, per l’elaborazione di un pensiero globale che possa trasformarsi in una azione locale. I clan di Bologna, Reggio Calabria e Alberobello, durante la parte mobile della Route hanno preparato una presentazione multilingua per introdurre i fratelli scout stranieri al tema del coraggio. C’è un po’ di spaesamento: un posto nuovo, il sole, scout curiosi che si affacciano davanti a queste camicie e cappelloni diversi, di altri colori, con altri distintivi e scritte con caratteri in alcuni casi incomprensibili. C’è difficoltà a capirsi, si parla un misto di inglese, francese, spagnolo e italiano, con Connie, paziente scout multilingue che corre da un gruppo all’altro e traduce e spiega in tutte le lingue che conosce. Ma c’è anche tanta voglia di fare, di confrontarsi, di chiacchierare e di riportare le proprie esperienze. Si discute dell’impegno da protagonisti nei propri paesi e perché no, nelle politiche dell’Unione Europea, si discute di esperienze simili alla Carta di coraggio, in rapporto alla propria realtà quotidiana, alle proprie attività, alla possibilità di cambiare in meglio la propria realtà. Una parola risuona di continuo, coraggio, courage, hugrekki, coraje. Un monito, un impegno, un promemoria per tutti!

Elisa Carraro e Ortensia Ferrara

(Foto di copertina: la cerimonia di accoglienza delle delegazioni internazionali – credit Francesco Mastrella)