Sotto il palco ci sono delle sedie: sono per il Comitato nazionale, gli ospiti delle altre associazioni e le autorità. Ma nessuno sta seduto: sono tutti in piedi per seguire la cerimonia e applaudire. Tutti eccetto i presidenti del Comitato nazionale: loro sono seduti per terra, tra la polvere, proprio come gli R/S.
Chi è arrivato per primo ha il volto e le braccia arrossate dal sole. Anche chi è arrivato per ultimo, e ha atteso pazientemente il proprio turno al quartiere, ha il volto e le braccia arrossate dal sole. Tutti accomunati dall’impazienza per l’alzabandiera che segna l’inizio ufficiale della Route nazionale.
Nell’attesa si fa la conta per regioni: numerosi i rover e le scolte del Veneto, dell’Emilia Romagna, della Sicilia, che lanciano i loro urlo per dire “ci siamo!”. Anche le delegazioni internazionali sono presenti con le loro bandiere. Ma c’è un vessillo che si conta più numeroso di ogni altro: ci sono ben undici bandiere con i quattro mori. La Sardegna c’è!
I ragazzi sono protagonisti: sono una scolta e un rover ad aprire la cerimonia, dal palco. Lui si chiama Luca, è del Napoli 14. Ad un certo punto la sua voce si rompe dall’emozione, e parte un applauso: tutti i presenti sono con lui, l’emozione è tanta, per tutti.
Alcuni capi scout hanno gli occhi lucidi dalla commozione mentre guardano il “mare” di rover e scolte cantare e roteare i loro fazzolettoni sopra la testa; sanno che questo è un momento unico per i loro ragazzi, che questo non è un punto di arrivo, ma un nuovo inizio e i protagonisti del futuro sono davanti a loro.
La piazza sembra quella di un grande concerto, con una differenza: alla fine non ci saranno distese di bottiglie e di rifiuti a terra. L”invito dal palco è quello di raccogliere una bottiglietta di plastica da terra, non importa se è la propria; sollevarla in aria, togliere il tappo e accartocciarla. Ovviamente questo accade anche con le bottigliette non completamente vuote…e così magliette e volti bagnati dal sudore si rinfrescano improvvisamente, accompagnate da grandi risate.
L’Agesci, ma anche istituzioni locali e nazionali, hanno lanciato una sfida ai ragazzi che partecipano alla Route nazionale: essere protagonisti nella costruzione delle città del futuro. Certo si parla di costruzione in maniera figurata, ma il fare e lo sporcarsi le mani sono parte fondante dello scautismo. Così, mentre le canzoni colonne sonore della Route risuonano dal palco, in mezzo alla folla torri di ragazzi sorgono: in cerchi di tre, quattro persone, uno sulle spalle dell’altro, creano effimere costruzioni che rappresentano la voglia di creare e costruire il futuro cominciando dall’ora.