Oltre le ferite si può scorgere un mondo nuovo

Il trauma è una ferita, ma Chiara Giaccardi la definisce una “feritoia dalla quale si può intravedere una luce e una via di uscita per poter ricominciare e rialzarsi nella propria vita”. Ricominciare è l’argomento discusso durante la tavola rotonda tenutasi nella piazza San Paolo, organizzata dal clan Monastier del gruppo Treviso 1.

Hanno affrontato il tema “liberare il futuro”” e hanno approfondito il tema “Il coraggio di ricominciare dopo un trauma profondo”, partendo dalle testimonianze di tossico-dipendenti, carcerati e scrivendo un questionario sulle delusioni. L’incontro è cominciato con l’intervento di Chiara Giaccardi, docente e madre di cinque figli, che definisce il “ricominciare” in due modi: quantitativo, cioè ripartire come se niente fosse successo, oppure un salto in una prospettiva nuova.

Chiara si sofferma descrivendo alcuni punti importanti da tenere a mente per potere rialzarsi:

  • Tempo: non ripensare al passato perché può intrappolarci nel presente, bisogna utilizzarlo per poter scommettere sul futuro.
  • Speranza: “Non ci porta via nulla, ma regala”, così Chiara la descrive, paragonandola alle opere di Lucio Fontana delle tele tagliate, dove oltre le ferite si può scorgere un mondo nuovo. “Finche c’è speranza c’è vita” approfondisce, specificando che è proprio la speranza che ci muove per guarirci dalle nostre ferite, e non la fortuna o il tempo.
  • Libertà: vista non come la possibilità di avere più scelte, ma essere liberi di decidere come comportarsi davanti ai traumi della vita.
  • Fiducia: descritta come legame importante tra libertà e speranza.

Interviene Francesco Battella, affetto da una malattia genetica agli arti superiori e inferiori. Ha vinto due medaglie di bronzo, una ottenuta ai mondiali di nuoto del 2010 e una agli europei del 2011. Nella vita si è confrontato con atleti stranieri nella sua stessa situazione fisica cambiando così la sua concezione di sport e squadra, cominciando a lavorare più duramente. La sua adolescenza non è stata facile, ma la scuola e la piscina lo hanno aiutato moltissimo a continuare la sua strada. Francesco racconta di quando un bambino delle elementari gli ha chiesto se gli sarebbe piaciuto tornare a camminare, lui pensadoci bene dice che non avrebbe vissuto tutte le sue esperienze sportive e sarebbe sicuramente un ragazzo diverso da come è ora.

L’ultima persona a portare la propria testimonianza è Federica Lisi Bovolenta, moglie di Vigor Bovolenta, campione di pallavolo morto durante una partita. Comincia leggendo un tratto del suo libro “Noi non ci lasceremo mai – La mia vita con Bovo” dove ricorda la vita di suo marito e l’amore verso la sua famiglia. Federica continua raccontando della sua forza avuta sin dal primo momento e sottolinea il fatto che quando si subisce un trauma non ci si deve chiudere in se stessi, ma aprirsi versi gli altri, condividere ciò che si prova e aprire gli occhi per guardarsi intorno e trovare l’energia per rialzarsi. Federica aggiunge anche che lo scautismo è un aiuto per i momenti tristi perché la condivisione e lo stare insieme permettono di superare ogni ostacolo.

Alla fine un’attività di gruppo: i ragazzi presenti si dividono in gruppi e immaginano la loro vita con problemi come malattia, immigrazione e tossicodipendenza, rispondendo alle domande: chi o cosa ti ha aiutato, quale è stato il tuo cambiamento e cosa ti ha aiutato a rialzarti? Le parole principali sono state fede, famiglia, determinazione, amici e vita. Sono le parole che restano, quelle più importanti. Per tutti.

Alessandro Serena

( Foto in copertina di Pietro Zizzania)