“Riconosciamo l’ingiustizia in una palude in cui nuotiamo addormentati, sopravvivendo, ma non vivendo. Ciò che dobbiamo imparare è galleggiare, vivere!”. Così, Rita Borsellino, vicepresidente di Libera, eurodeputata e sorella del magistrato ucciso dalla criminalità organizzata, inaugura la tavola rotonda “Come passare dall’ingiustizia alla giustizia”, organzizata dal clan del S. Donà di Piave 1 a San Rossore per parlare di coraggio, legalità, ma soprattutto azione.
Testimonianza è la parola chiave su cui ruota il dibattito. “Il mondo non ha bisogno di eroi, ha bisogno di testimoni” afferma Borsellino citando le parole del fratello Paolo. “Riconoscevo in mio fratello tutto ciò che c’è di positivo, ma io? Io che avevo fatto? Per riuscire ad andare avanti ho deciso di cominciare a camminare, un po’ come fate voi scout. Non so ancora per quanto tempo percorrerò questa strada, ma vedendovi tutti qua oggi, ho fiducia in voi!”, aggiunge Borsellino.
L’intervento di Rita Borsellino ha come centro la vita del fratello, testimone di giustizia, libertà e coerenza. Insiste ripetutamente su quest’ultimo valore, ponendolo come condizione indispensabile per un mondo più giusto. “Non c’era giorno che Paolo non tornasse a casa da scuola dicendo ‘Non è giusto!’ perchè già conosceva le ingiustizie sociali”, racconta l’eurodeputata.
Altro ospite ad animare la tavola rotonda Aldo Bertelle, della comunità Villa S. Francesco, che ospita ragazzi che vivono grossi disagi sociali. Bertelle ricostruisce un quadro dei valori necessari per un domani migliore attraverso un originale “excursus regionale”. Una piccola rappresentanza di rover e scolte provenienti da ogni regione d’Italia sono invitati sul palco, per accogliere l’invito a vivere i propri sogni, ad essere determinati, a non rinunciare ad andare avanti. Accompagnano l’intervento dei piccoli doni, simbolo materiale dell’impegno richiesto.
Esperienze di vita profondamente diverse tra loro si incontrano così in una comunità di valori, e nell’Agesci trovano il loro riassunto. Borsellino ha più volte ricordato il profondo legame che unisce l’associazione a suo fratello Paolo, quasi un “passaggio di testimone”. Lo stesso Bertelle ha ripetutamente evidenziato il compito dell’associazione nell’educare per “essere giusti, e formare una società giusta”.
Giulia Pisacane