Rover e scolte si salutano: "Ma ci lega un impegno, diritti al futuro"

Prove canti a 32.000 voci; il saluto della mamma di Mattia, rover scomparso pochi giorni prima dell’inizio della Route nazionale, che ha inviato i fiori che addobbano l’altare, in ricordo di tutti gli scout scomparsi; i fazzolettoni colorati che roteano in aria per salutare l’elicottero della Forestale; gli annunci al microfono di foulard, e in alcuni casi di rover, dispersi.

Sono gli attimi precedenti all’inizio della messa che, con la cerimonia conclusiva, chiude la Route nazionale 2014 Strade di coraggio…diritti al futuro. Ai piedi del palco autorità civili e religiose, ma gli occhi (e le telecamere) sono tutti puntati su di lui, Matteo Renzi, giunto in mattinata con la moglie Agnese (che indossa il Gilwell, fazzolettone simbolo del brevetto internazionale scout) e i tre figli (due dei quali scout, mentre la più piccola entrerà l’anno prossimo nei lupetti) con in testa i cappellini One Team, quelli utilizzati dai capi in servizio volontario.

Sentinella, quanto manca ancora al mattino? Sono le parole che, in continuità con le veglie notturne, introducono la messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco. Tre le strade di coraggio che indica, nella sua omelia, ai giovani, che vanno sollecitati così come Gesù ha sollecitato la sua “squadriglia apostolica”: il coraggio di essere liberi, di amare e di essere cristiani.

Il sole picchia forte, spruzzi d’acqua si innalzano in tutta la piazza del Futuro; al momento della Comunione, uno stuolo di ombrelli bianchi accompagna i sacerdoti con i fazzolettoni al collo in diversi punti del campo. La Messa sta per concludersi e arriva una graditissima telefonata: quella di Papa Francesco I: “Mi spiace non essere lì tra voi. Ma anche da lontano vi invito a costruire una città nuova: il mondo ha bisogno di giovani che si muovono in strada. Non abbiate paura, non fatevi rubare la speranza, l’umanità vi guarda in questa strada di coraggio”. La conclusione della telefonata, “e ricordate che la pensione arriva a 65 anni” scatena una risata collettiva.

“Oggi ci sentiamo più forti di dieci giorni fa, perché ci legano degli impegni – è un rover a introdurre la sintesi dei lavori della Carta di Coraggio, a conclusione della Messa – oggi ci lega un imperativo: andare diritti al futuro!”. Gli icosaedri colorati della cerimonia inaugurale iniziano a “camminare” nella folla, spinti dalle mani di rover e scolte, e si mescolano alle note di colore delle bandiere, quelle della pace, della Palestina, della Sardegna e della Sicilia e ai cartelli che i ragazzi continuano ad inventare, messaggi per le famiglie rimaste a casa o semplici e stravaganti constatazioni come “Il Molise esiste”.

Otto gli alfieri che presentano la Carta di Coraggio, votata ieri all’unanimità dal Consiglio nazionale dei rover e delle scolte: l’accento è posto su ambiti di impegno quali il territorio, l’ambiente, la legalità, la cittadinanza. Tante e specifiche le richieste a istituzioni e associazioni; soprattutto, però, che “ci aiutino ad aiutare, promuovendoci, agevolandoci semplificando le procedure, permettendo così di sporcarci le mani”.

C’è tantissima emozione nel rover e nella scolta incaricati di consegnare una copia della Carta di Coraggio al cardinal Bagnasco, al premier Renzi e, in rappresentanza dell’Agesci, ai Presidenti del Comitato nazionale e al Capo Scout e alla Capo Guida nazionali. “La parola chiave per l’Italia dei prossimi dieci anni non può che essere coraggio – spiega Matteo Renzi nel suo intervento- l’Italia è in route: ci sarà sempre chi ti dirà che il percorso è troppo lungo o lo zaino troppo pesante, o quanto manca all’arrivo, ma ricordate che la bellezza non sta nell’arrivare ma nel compiere il tragitto, passo dopo passo”.

“Se oggi si conclude la Route, adesso si comincia a percorrere la strada di coraggio”, spiega Elena Bonetti, Incaricata nazionale alla Branca R/S. “Domani è il tempo della novità: siamo rover e scolte 2.0, perché abbiamo abitato nuove modalità di conoscersi e di stare insieme”, aggiunge Sergio Bottiglioni, suo partner associativo.

La cerimonia si avvia alla conclusione, zaini in spalla, si percorrerà per l’ultima volta il tratto di strada che porterà i 30.000 fuori dalla città delle tende: città abitata da tanto coraggio, coraggio che adesso, da San Rossore, si diramerà, diritto al futuro, nei quartieri di centinaia di città italiane. Non prima dell’ammainabandiera scandito dalle parole della Promessa scout: al momento di pronunciarla gli scout si alzano automaticamente in piedi; dal palco annunciano che, per il caldo, si può anche star seduti; ma loro, no si alzano comunque: diritti al futuro.

Ortensia Ferrara

Gli alfieri presentano la Carta di Coraggio – foto di Nicola Catellani)