"Lasciano il posto meglio di come l'hanno trovato": detto, fatto

Gli scout si impegnano a “lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato” e lo hanno fatto anche e soprattutto a San Rossore, al termine della Route nazionale. Come prima dell’arrivo dei 30.000 rover e scolte ci sono state giornate per preparare l’area che avrebbe ospitato il campo, lo stesso è successo dopo l’esodo e il ritorno a casa dei ragazzi, dopo aver smontato a tempo di record le strutture e aver smaltito, in collaborazione con Geofor, i sacchi della raccolta differenziata. L’area è tornata come prima della città delle tende, una trasformazione -in 48 ore- quasi incredibile per chi l’ha vista. Ma, come dice Andrea Gennai, direttore del Parco di San Rossore, “è stata una sfida vinta dal punto di vista della sostenibilità, è stato sfatato ogni sospetto. Abbiamo colto l’occasione per monitoraggi che non avevamo e ci saranno molto utili anche nel futuro. Daini e cinghiali hanno convissuto naturalmente insieme ai ragazzi. Avevamo messo in conto, visto il grande numero, che ci sarebbe stata qualche violazione di regole e invece siamo rimasti sbalorditi dal non aver riscontrato alcuna violazione da parte dei ragazzi”.

Tutta la Route nazionale, del resto, è stata sensibile ai temi dell’ambiente, pilastro della proposta educativa scout, a partire dalla massima attenzione nella differenziazione dei rifiuti nel corso dell’evento (e il tendone nella piazza del coraggio è stato alimentato da uno speciale e particolare impianto fotovoltaico). Nei prossimi mesi, inoltre, l’Agesci si farà carico, tramite una ditta specializzata, di effettuare un lavoro di ripristino ambientale nella zona delle “Lame di Fuori”, cuore naturalistico e uno dei siti di maggior pregio del Parco naturale e dell’intera Toscana, riportando circa 60 ettari ad acque libere e praterie umide mediterranee, sfavorendo così la perdita in atto di tali habitat. L’obiettivo è promuovere l’espansione di varie specie animali e vegetali migliorando lo status di conservazione di tali habitat.

Per la Route nazionale, inoltre, l’Agesci ha curato le attività di monitoraggio prima, durante e dopo l’evento, per tenere d’occhio le eventuali criticità e se possibile prevenirle o mitigarle, sia in fase di cantiere che in fase di gestione dell’evento.

Tra gli altri interventi che rimarranno sul territorio, c’è anche la messa in sicurezza degli alberi lungo il viale tra Cascine Vecchie e Cascine Nuove, i lavori che, sfruttando le infrastrutture già esistenti, hanno permesso di portare nella tenuta di San Rossore la fibra ottica, la donazione al Parco di tre esemplari di dromedari, per l’avvio in chiave turistica delle attività di visite guidate nelle zone destinate all’allevamento agrozootecnico, e molte infrastrutture in legno utilizzate all’interno del campo e dei sottocampi.

San Rossore foto 3Per Fabrizio Manfredi, presidente del parco è stato “un evento straordinario per durata e numeri, ma pienamente inserito nella missione del parco di essere una tenuta da poter godere. Vogliamo un parco e una tenuta vivi, dove l’intreccio tra la natura e la storia sia una delle prerogative. L’iniziativa è stata un successo: 30.000 giovani, un pezzo di gioventù italiana motivata da valori, ideali e passioni così belle, si sono trovato proprio qui nel parco per raccoglierle nella carta del coraggio. Per loro sarà un ricordo indelebile, per la tenuta e il parco anche un ritorno di immagine, oltre che un’opportunità di lavoro non indifferente per le imprese del territorio”.  Il tutto, sottolinea Manfredi, “in un rapporto armonioso con il contesto, a dimostrazione della sostenibilità non solo accertata dalle conferenze dei servizi, ma testimoniata dalla realtà dei fatti”.

Donatella Mela, a nome dell’Agesci ringrazia il parco “per la dedizione, l’impegno, la collaborazione anche non formale. Aderire e far aderire i nostri ragazzi alle regole, in un tempo in cui il rispetto delle regole non è diffuso è un fatto importante”.