13 Aprile
Eccomi qua, sono le 3:49 e vi scrivo dalla cappella presente in questa struttura che ci accoglie da ormai due notti e che ancora lo farà per altrettante tre, è appena finita una giornata piena, dico piena perché sin dal risveglio fino ad ora l’ho vissuta a cuore aperto, creando relazioni uniche cercando di intraprendere discorsi non superficiali coi ragazzi che sto iniziando a conoscere meglio, sviscerando varie tematiche entrando nel profondo della loro anatomia per trovare il fulcro di tutto e avere una visione più chiara dell’intero sistema.
Non vi nego che è stata anche una giornata pesantissima a livello psicologico ed emotivo, perché nonostante stia diventando evidentemente più tranquillo nel parlare inglese mi costa tanta fatica mentale, spesso non essere capito correttamente come sarebbe in italiano è frustrante perché ti piacerebbe esporre qualcosa ma non riesci a farlo capire appieno, in ogni caso guardiamo sempre il lato positivo delle cose, ci sto provando e sta andando anche molto bene!
Durante tutta la giornata ho avuto in mente la parola maestra di Kaa: “un cuore coraggioso e una lingua cortese ti porteranno lontano della giungla”, è un po’ come il mio mantra per questo evento perché sto scoprendo sempre di più che quando nelle parole inglesi ci metti il cuore oltre che lo studio e l’impegno, le persone reagiscono in un modo completamente diverso e in maniera super positiva, come ci fosse un’energia che parlasse chiaro al posto del mio inglese zoppicante.
Scendendo più nel dettaglio oggi abbiamo parlato largamente di varie cose:
-Earth Tribe, che è un progetto che a quanto pare è nato recentemente e che si sviluppa in varie tematiche che trattano il macrotema della sostenibilità ambientale per la protezione della nostra terra. Tocca argomenti come Energia da fonti sostenibili, protezione delle specie animali, protezione degli ambienti terrestri e marini, azioni in funzione di un futuro nella terra eccetera, ciò che mi ha però stupito di più del progetto stesso è che, sì, è organizzato da scout ma è aperto a chiunque, e l’iter con cui si svolge questo evento è ben definito, sembra quasi un capitolo, in cui ci si deve in primis informare della temática di cui parlare, partecipare ad alcune attività relazionate e solo dopo poter organizzare un servizio comunitario.
Vi parlo di questo con grande stupore e interesse perché successivamente abbiamo trattato le tematiche ambientali sviluppandole in maniera molto più articolata di quanto mai avessi fatto in italiano, e mi ha reso cosciente realmente di quanto la situazione nella terra si critica su certi punti, come l’inquinamento dell’aria, ma mi ha anche fatto capire che sia come singoli che come comunità ci dobbiamo svegliare a sensibilizzare quante più persone possibili perché gli effetti del riscaldamento globale saranno sempre più devastanti nel passare degli anni, a livello esponenziale. Eravamo chiamati non solo a parlare delle problematiche, ma di trovare delle soluzioni o luoghi in cui trovare materiale per informarci in maniera responsabile e fedele, per evitare la disinformazione che può essere veramente controproducente per il nostro scopo.
-Alcuni servizi di comunità creati e organizzati da alcuni clan portoghesi, che si è scoperto siano veramente attenti, precisi, meticolosi nella preparazione di una qualsiasi cosa. Solitamente eccellono molto nel lato organizzativo, diplomatico e mediatico, per cui in poco tempo riescono a coinvolgere molta gente, avere i permessi comunali/regionali e raccogliere tutti i dati attentamente, e ho avuto modo di vederlo grazie a Francisco, un ragazzo portoghese che mi ha fatto vedere un progetto a cui lui ha preso parte e di cui tutt’ora si occupa, che cerca di ridurre il quantitativo di spazzatura nelle spiagge e nel mare organizzando varie giornate di raccolta coinvolgendo più persone possibile e coordinando il tutto. Ne son rimasto estasiato perché noi ragazzi abbiamo davvero un enorme potenziale nascosto che spesso vedo, in Italia, rimane tale, non sboccia, e a me questa cosa dispiace veramente tanto perché come anche loro ci hanno detto, “Small projects make big changes in the world”
È tutta questione di buttarsi. Abbiamo avuto l’occasione di vedere due progetti in particolare che mi hanno toccato il cuore e di cui mi piacerebbe parlare, ovvero: RAFIKI, organizzato da una ragazza del team organizzativo che si occupa anche tutt’ora ma con altri ragazzi di visitare periodicamente villaggi poco popolati con la maggior parte di anziani coi quali, con la dovuta cura e attenzione parlano, organizzano attività, vivono qualche tempo con loro e scoprono i loro usi, gli fanno compagnia e magari gli aiutano a ripopolare questi patrimoni del nostro mondo; Boranka. Quest’ultima organizzata dagli scout croati, in seguito a gravi incendi nelle loro foreste hanno deciso di sfruttare la legna carbonizzata degli alberi per vendere dei pastelli neri, con cui poi viene chiesto di disegnare un albero, che si può inserire in una foresta virtuale. La cosa bella è che non si chiude qui, poiché quell’albero diventa realtà, e viene piantato nel mondo reale grazie ai fondi ricavati dai pastelli.
Devo dirvi che personalmente quest’ultima mi ha molto emozionato.
La seconda parte della giornata invece, era dedicata renderci effettivamente conto del nostro potenziale, abbiamo parlato di youth engagement e youth empowerment, E ne abbiamo compreso appieno la differenza, poiché la prima rende partecipi i giovani mentre la seconda li “potenzia”, li fa crescere in qualche modo assegnando alcune importanti responsabilità che inevitabilmente portano alla maturazione personale.
Una volta chiarito ciò abbiamo fatto una specie di punto della situazione sulle nostre capacità organizzative, di animazione, di problem solving, collaborative e comunicative, che si è sviluppato in un primo momento individualmente e poi in coppie parlandoci a vicenda sia dei punti in cui eccelliamo che dei punti deboli. Infine ci è stato chiesto di valutare alcuni scenari scout sulla base della nostra partecipazione a riguardo, si parte dal punto 1 Manipulation che significa che non solo non siamo partecipi ma siamo forzati a scegliere qualcosa che non ci rappresenta da altri a 8 Fully involved with Adult and Childs learning from each other in cui vi è una partecipazione bidirezionale, in cui soprattutto i giovani sono portati ad avere la parte dominante dell’attività. Non nascondo che a livello di associazione noi siamo quelli più vicini all’1, con sara abbiamo potuto constatare che a livello nazionale noi rover non abbiamo praticamente voce in capitolo sulle decisioni che vengono prese nei nostri confronti, nonostante non siamo più bambini. Negli altri stati, o meglio, nella maggior parte, quasi tutti avevano ruoli a livello nazionale e ciò ci ha inizialmente scioccati perché noi mai ci immagineremmo di aver parte a cariche nazionali AGESCI ma penso che questo evento serva anche a farci rendere conto delle grandi differenze tra associazioni e magari prendere spunto delle cose positive che veniamo a scoprire parlando.
Dopo tutto ciò, è iniziata la parte un po’ più… intensa mi vien da dire, perché è iniziato tutto con “my bestfriend friend died yesterday, suicide, I just noticed” da parte di un ragazzo che ovviamente non nominerò ma con cui ho instaurato in maniera particolare, durante la cena, ed è anche uno dei motivi per cui scrivo da qui, dalla cappella, perché mi sento di pregare per questa persona, per i suoi cari e per i suoi amici. Quando si parla di suicidio è sempre difficile esprimersi perché è veramente delicata come cosa, mi son sentito di dire che essendo una cosa recente è bene far scorrere le lacrime, ma penso faccia molto bene a cercare di rincuorare anche grazie all’ironia, ovviamente dosata correttamente.
Dopodiché abbiamo passato dei bellissimi momenti durante la serata internazionale, dove ci siamo scambiati usi, cibi e balli tipici per tutta la durata, io personalmente impedito ballando mi son lanciato e mi son divertito un sacco! E come promesso ho portato “Su Tziccheddu” al mondo, appena avrò le foto e i video vi farò vedere. In particolar modo ho apprezzato la calorosa accoglienza dei Greci, mi piacciono veramente tanto e sono super inclusivi, e un po’ come noi condividono un goccio, o forse più di uno, per fare comunità. E noi da bravi italiani non potevamo che accettare!!
Infine questa giornata si è conclusa con qualche gioco e discorso in leggerezza nella chill room, in cui noi tutti italiani abbiamo socializzato con qualche ragazzo, ma poi alla fine siamo rimasti solo noi, e abbiamo iniziato a parlare di vita scoutistica iniziando dalle cose più superficiali, ovvero le differenze di uniforme tra AGESCI e CNGEI, e l’eterna faida tra i due, fino a parlare di cose molto personali, ma che sentivamo di dirci apertamente come ci conoscessimo da sempre.
Per concludere questa particolare giornata ho apprezzato veramente due momenti, la pesante condivisione durante la cena, e la conversazione finale.
Mi trovo ancora qui, nella cappella, sono le 4:44 e mi sento ancora di pregare e stare accanto a Dio perché ho veramente bisogno del suo abbraccio. Spero mi continui ad accompagnare nel corso dell’evento perché grazie a lui sta andando alla grande.
[Sara e Riccardo]