A sorpresa, il ministro della Difesa Roberta Pinotti arriva nella serata di venerdì a San Rossore per visitare il grande campo scout che in questi giorni ospita i 30.000 rover e scolte protagonisti della Route nazionale. Accolta da Capo Guida e Capo Scout, Giuseppe Finocchietti e Rosanna Birollo e dai Presidenti del Comitato nazionale Agesci, Marilina LaForgia e Matteo Spanò, e da altri vertici dell’Associazione, Pinotti sottolinea subito di sentirsi “a casa” per i suoi lunghi trascorsi scout (da capo, da formatrice e da Consigliera generale). “Qui mi sento una sorella scout, possiamo darci del tu”, dice stringendo le mani dei presidenti dell’Agesci e poi abbracciando calorosamente alcune capo della Liguria, tra cui Donatella Mela, responsabile Servizi della Route.
“Quest’anno non si parla che degli scout” per la risonanza della Route, “mi sa che l’anno prossimo le iscrizioni si impenneranno”, dice il ministro, cui l’Agesci dona la maglietta della Route, la borsa kit e il fazzolettone del One Team (quello dei capi in servizio per la riuscita dell’evento) che lei indossa subito. Oltre all’immancabile pass (“Qui nessuno entra senza questo”, precisa Spanò scherzando).
“Mi diverto e mi sento a casa, volevo vedere questa esperienza, non potevo non passare”, aggiunge Pinotti che visita il campo arrivando fino alla piazza del Coraggio, cuore della città delle tende: passa sotto l’Arco del coraggio a fianco della grande scultura del Giglio, visita l’installazione multimediale lasciando la sua firma su un altro grande giglio posto al centro della struttura, firmandosi “Roberta Pinotti – Capriolo pensieroso – Ge 53”, il suo gruppo scout. Poi tappa al museo che ripercorre le tappe dell’Agesci (ad accoglierla, e a farle da Cicerone, una capo che è insegnante della figlia del ministro) e soprattutto nel tendone che ospita il parlamentino di rover e scolte, gli alfieri chiamati a scrivere la Carta del Coraggio. La loro “è una bellissima esperienza, un lavoro molto interessate”, afferma Pinotti che fin dal suo arrivo si è informata di questa iniziativa. “Sarà un bel documento”, afferma Spanò.
Davanti al ministro, il giovane alfiere Alessandro ha letto la definizione che i ragazzi hanno scelto di coraggio (“E’ responsabilità, è vincere l’indifferenza, è mettersi in gioco, è sporcarsi le mani, è assumersi dei rischi per fare ciò in cui crediamo…”) e un applauso corale ha sottolineato la fine della lettura del brano. “E’ molto bello, perché siete partiti da un discorso di responsabilità” evitando il facile stereotipo del coraggio sinonimo di forza, “fuori dall’espressione più immediata di coraggio e con un’interpretazione molto interessante: arrivate all’idea della forza, ma partendo dalla capacità di ascoltare”, dice il ministro. Prima della foto con gli alfieri, Pinotti si assicura che gli scout le recapitino la Carta del coraggio: “La leggerò”, dice. Elena Bonetti, Incaricata nazionale alla Branca rover e scolte, sottolinea come sia il frutto di una “dimostrazione di efficienza di pensiero che per certi versi potrebbe essere d’esempio”. E Pinotti, con un sorriso, raccoglie l’assist: “Credo che potremo venire a prendere qualche lezione”.
In generale, aggiunge, “l’Italia ha bisogno tantissimo di coraggio, è un paese straordinario, che è però rimasto talvolta bloccato per non aver avuto il coraggio di andare controcorrente, di tagliare certe consuetudini che diventano lacci e lacciuoli” e dunque serve il coraggio “se vogliamo che l’Italia rilanci opportunità, lavoro e speranza. Trentamila ragazzi che insieme ragionano di coraggio, ragazzi che sono i cittadini di oggi e soprattutto di domani, interpellano chiunque sul fatto di essere ascoltati”, conclude.
Mattia Cecchini
(Nella foto di copertina Roberta PInotti e il Capo Scout d’Italia Giuseppe Finocchietti – credit Francesco Mastrella)