San Rossore – “Faccio il tifo per voi, sono passato a trovarvi sperando che questa sia un’occasione per rilanciare i giovani. Il metodo educativo che utilizziamo nelle nostre cooperative sociali, nei centri giovanili e nelle comunità di recupero, in Italia e all’estero, si fonda proprio sul vostro metodo scout: bisogna guardare anche al di fuori della propria realtà per fare del bene”. Così don Antonio Mazzi, “padre” della Fodazione Exodus, ha voluto salutare i rover e le scolte che stanno riempiendo il parco di San Rossore per la tappa finale della Route nazionale. Si è quasi messo in fila con loro: li ha salutati mentre erano in attesa di registrarsi al campo, ed ha visitato la città scout insieme al presidente Agesci Matteo Spanò.
Don Mazzi rivela ai giovani che molti dei suoi collaboratori sono stati scout, ed ancora oggi il loro approccio con il lavoro è positivamente influenzato da quanto appreso negli anni dello scautismo. Il sacerdote risponde poi ad una domanda diretta dei cronisti presenti al campo, sul tema della Route nazionale, il coraggio: “Credo che essere coraggiosi oggi significhi innanzitutto essere annunciatori di speranza – spiega – la stessa speranza che cerchiamo di trasmettere anche a quei ragazzi che accogliamo nelle nostre comunità”.
Contento della sorpresa Matteo Spanò: “La Route nazionale è un’occasione determinante per il futuro non solo della nostra associazione, ma della società in cui viviamo. Nel campo abbiamo dato molta importanza a segni e simboli, per consentire ai ragazzi di sentirsi accolti e potere vivere a pieno questa esperienza”.
Matteo Caselli e Federico Stivani