A San Rossore, sotto un buffo tendone da circo, “sta succedendo qualcosa di storico; oggi si apre una storia nuova”: nasce il Consiglio nazionale dei rover e scolte, si forma in Agesci “un nuovo organismo: un gruppo di persone che ha potere nell’associazione”.
Un boato di entusiasmo e un applauso salutano le parole con cui Paola Stroppiana dà ufficialmente il via al ‘parlamentino’ di ragazzi chiamati scrivere la Carta del coraggio. Sono 456, uno per ciascuno dei cammini fatti nei giorni scorsi in tante parti d’Italia. Sono chiamati a dare uno slancio nuovo all’associazione. E’ un ‘parlamento’ a tutti gli effetti: con le sue commissioni che inizieranno a lavorare oggi stesso per confrontare le idee emerse nelle parti mobili della Route nazionale con la bozza della carta del coraggio. Per dialogare da pari a pari con i capi educatori.
E infatti, “guai ad usare il ‘voi’, se lo fate ci offendiamo”, ci scherza su, ma non troppo, Daniele Mastrodicasa che con Paola Stroppiana ha seguito tutti i lavori preparatori. Da oggi si fa sul serio: in uniforme ragazzi e ragazze ascoltano le parole dei Presidenti dell’Agesci (ma sono tanti anche gli altri che seguono passo passo il momento stando nei pressi del tendone) e la ‘lectio’ sullo scrivere una carta comune di Lele Rossi, docente di Diritto costituzionale alla Scuola Sant’Anna di Pisa e soprattutto ex Incaricato nazionale alla Branca rover e scolte (88-90). E’ prima di immergersi nei lavori ‘parlamentari’ ecco anche le immagini delle altre Route che hanno fatto la storia, quella ai Piani di Pezza del 1986 e quella de La Mandria del 1975.
“Siamo qua per fare la stessa cosa insieme, per ascoltare ci che direte e per divertirci. Vi chiediamo qualcosa di grosso perché il risultato sarà grosso”, aggiunge Daniele Mastrodicasa. E a sentirli, gli alfieri, così sono chiamati i componenti del Consiglio hanno voglia di giocarsela questa carta. Ancor prima che inizi la cerimonia di apertura intonano la canzone della Route e si sente chiaramente che le parole più scolpite nella loro memoria e che risuonano più forti sono “è giunta l’ora, è giunto il momento di essere protagonisti del nostro tempo”.
Benedetta, arrivata a San Rossore dalla Puglia, aggiunge: “Questa la vivo come una opportunità; sono contenta di poterla vivere, non me lo aspettavo”. Alessia di Schio sente la “bella responsabilità: siamo qui da posti diversi, ma con le stesse idee”. Ma nei panni dell’alfiere (contraddistinto da oggi con l’immagine del pezzo degli scacchi appuntata al fazzolettone) come ci si finisce? “Mi hanno scelto dicendo che sono carismatico e capace”, dice Pietro dal Piemonte. “Io so ascoltare le idee di tutti- riprende Alessia- e ho voglia di mettermi in gioco in questa cosa, non per andare a fare la lotta su qualche cosa, ma per dirci insieme delle cose, un pensiero comune”. Per un altro rover bolognese “è semplicemente bellissimo”.
di Mattia Cecchini
(Nalla foto in evidenza il simbolo dell’alfiere distingue rover e scolte del Consiglio nazionale R/S – credit Giacomo Bindi)