San Rossore diventa smart city (con tecnologia sostenibile)

Più di dieci mesi di lavoro per realizzare l’infrastruttura hardware e software, chilometri e chilometri di fibra ottica, 140 terminali, decine di stampanti e altre attrezzature a elevato tasso tecnologico: tutto questo (e soprattutto una squadra di abilissime menti informatiche) rendono il campo di San Rossore, una piccola “smart-city” in occasione della Route nazionale dell’Agesci.

Per mesi è stata impostata una vera e propria riprogettazione del parco, in perfetto stile scout, che conta fra le sue “tende” più tecnologiche quelle del Media center (quartier generale di grafici, giornalisti e videomaker), un ospedale da campo, i centri di accoglienza e la ben 107 aree verdi interamente raggiunte da segnale Wi-Fi. Tutto è stato pensato per assicurare un’alta affidabilità del servizio, per mostrare come tecnologia e tecniche scout possono convivere; sfruttando, laddove possibile, le infrastrutture già presenti nel parco, perfezionate da nuove implementazioni che resteranno comunque fruibili per gli utenti di San Rossore anche al termine dell’evento.

Per far sì che i servizi restino operativi è necessario lo sforzo combinato di più di 30 persone che quotidianamente seguono turni di lavoro stakanovisti, concedendosi poche ore di sonno diurne, perché è proprio la notte il miglior momento per lavorare. Non sono sonnambuli, ma la pattuglia IT (Information Technology) dell’Agesci, che, al motto “Bit Prepared” (gioca sul più famoso dei motti di Baden Powell, fondatore degli scout: “Be prepared”- “Sii preparato”), risponde con l’impegno non solo allestendo i servizi della route, ma anche dando il buon esempio ai rover e alle scolte presenti: “E’ importante educare i più giovani ad una cultura informatica responsabile ed in linea con i concetti che fanno dello scautismo un’agenzia rispettosa dell’etica”, questa la sfida dei tecnologici capi del gruppo di lavoro, che proprio in quest’ottica hanno adottato soluzioni open-source per i sistemi informatici del campo.

Secondo gli scout con “il cavo di rete al collo” – “Lo scautismo insegna ad essere persone leali, amiche di tutti, rispettose della società e responsabili delle proprie azioni. Proprio questo spirito muove il nostro operare rappresentando una possibilità per applicare le tecniche scout al mondo dell’informatica”.

Federico Stivani