Intervista 'estera' (tradotta)

La Route nazionale non è un affare soltanto degli scout italiani, è anche occasione d’incontro per realtà che operano “al di sopra” dello stivale. Oggi presso il media center presente all’interno del campo, sono stati accolti Bray Barnes e Antoine Maskoud, rispettivamente world chairman e presidente della regione Euro-Mediterranea del CICS (Conférence Internationale Catholique du Scoutisme).

Bray Barnes

Bray Barnes – World chief del CICS

I reporter sono riusciti a ritagliarsi uno spazio per porre alcune domande.

Siete arrivati tra ieri sera e stamattina al campo, la prima impressione alla vista di 30 mila persone? Vi siete sentiti a vostro agio?

Sì, ci siamo sentiti a casa, abbiamo molti amici in Agesci, ed è bello vedere come sono stati coinvolti tutti questi giovani in questa iniziativa, con un programma così ricco di appuntamenti importanti. Semplicemente magnifico.

Più di 55 anni di scoutismo alle spalle e non sentirli, ma secondo voi, una volta lasciato l’ambiente scout, si resta scout per sempre?

B.B: La ragione per cui siamo scout da così tanto tempo è proprio perché è bello vedere ragazzi come questi: onesti e degni di fiducia, per cui si, come dice anche B.-P. “Once scout always scout”.

A.M: Per me, lo scautismo è iniziato a 7 anni e a dire il vero non avevo ben capito davanti a cosa mi trovavo, le cose positive che ne avrei tratto, così mio padre mi disse “Ti piacerebbe fare lo scout?” dissi di sì e, strada facendo, mi sono reso conto che è stata l’esperienza più bella che ho fatto in tutta la mia vita, ha avuto ritorni anche al di fuori di questo ambiente, tornandomi utile in famiglia, sul lavoro ed in tante altre occasioni.

 

Erica Giacomazzi e Federico Stivani, foto di Sara Bonvicini