Partire o restare? Rispondono gli scout nautici

“Guida da te la tua canoa”. Questa è forse una delle più celebri frasi che B.-P. ha lasciato in eredità a milioni di ragazzi e ragazze che dal 1907 hanno giocato il grande gioco dello scautismo. Nel cuore del Quartiere della Responsabilità, gli scout laziali del Settore Nautico hanno messo in pratica le parole del fondatore,  parlato del coraggio di partire o restare e proponendo la costruzione di alcuni modellini di canoe. Per Enrico del Predappio 1 la scelta di questa attività è chiara: la canoa è uno strumento che permette non solo di partire e prendere il largo, ma allo stesso tempo di fare ritorno a casa.

Se è vero che ci vuole tanto coraggio per partire, lasciare la famiglia e la comunità, restare è una scelta altrettanto ardua, e non priva di sacrifici. Nonostante i problemi dati da una realtà difficile, la crisi che avanza, ciò che sprona i ragazzi a non andare via è il desiderio di mettersi in gioco per la propria gente, partire è sinonimo di scappare da una situazione scomoda.

Per i più critici, partire risulta quasi come una scelta egoistica, incentrata semplicemente sulla realizzazione della propria carriera, senza tenere conto delle esigenze di chi c’è intorno. Christian, del Solarino 1 è certo di voler rimanere in Sicilia, scommettendo sulle proprie risorse. Margherita del Rocca San Casciano 1 ha abbastanza coraggio per partire e lasciare tutto, cominciare una nuova vita lontano da una terra povera, che non offre alcuna possibilità.

Restare ancorati al paese di nascita risulta quasi una scelta poco ambiziosa, chi resta si accontenta del poco di cui può usufruire. Non è possibile stabilire quale sia la forma migliore di coraggio, in entrambi i casi è necessaria una grande dose di forza d’animo. Sapersi buttare è una qualità comune a chi sceglie di spiccare il volo verso un paese lontano, ma anche a chi con fatica abbraccia le proprie radici.

Martina Pinna