Un’accoglienza tra applausi e grida per la presidente della Camera Laura Boldrini, sommersa da microfoni e telecamere dei media accorsi numerosi a San Rossore. “Boldrini una di noi” è il coro con cui rover e scolte l’hanno accolta per la sua partecipazione in occasione della tavola rotonda sulla violenza di genere presentata dal clan dell’Empoli 3 nel quartiere della Novità.
I temi affrontati sono molteplici: vanno dalla condizione delle donne nei paesi più poveri del mondo alle leggi italiane a cui la donna può appellarsi, dalla discriminazione della figura femminile al coraggio di amare che, precisa la presidente della Camera, “è il fondamento su cui bisogna basare ogni intervento”. Sorrisi e approvazione per la presidente con il fazzolettone – dono del clan dell’Empoli 3 – che difende i diritti delle donne che, come ricorda il clan moderatore, “bisogna scegliere di amare e non di amare da morire”.
“Non guardate al futuro come qualcosa di buio. E’ difficile ma si può riuscire” con questa frase la Boldrini ha invitato i giovani ad andare avanti senza scoraggiarsi; i ragazzi hanno risposto entusiasti con applausi e cori di approvazione, tipici di chi non vuole farsi piegare dagli eventi. “La donna, a partire dalle popolazioni più povere, è il motore della società” è stato un altro dei temi affrontati.
“Accettare la Convenzione di Istanbul non basta; certo, deve essere il punto di partenza di un percorso che passa necessariamente attraverso finanziamenti per la creazione di centri antiviolenza e che non potrà prescindere dal coinvolgimento delle istituzioni e dalla sensibilizzazione di tutto il popolo italiano” è la riflessione nata rispetto all’impegno della politica a proposito della violenza di genere.
Rendere il lavoro per le donne un punto di forza è l’obiettivo proposto dalla Presidente in chiusura del suo intervento, con l’augurio rivolto a tutti gli uomini di essere parte attiva nel prendersi cura delle donne perchè “la violenza sulle donne è un problema degli uomini e vanno coinvolti come parte attiva nella risoluzione del problema”.
Entusiasmo e calore da parte di rover e scolte presenti, in particolare dal clan del paese di origine della presidente Boldrini, lo Jesi 1. L’appello finale che la Boldrini rivolge ai ragazzi, che definisce “la meglio gioventù di cui sono fiera” riunita a San Rossore, è la presentazione della Carta di Coraggio alla Camera dei Deputati, un importante segno di avvicinamento della politica ai giovani e un primo passo verso il cambiamento che li coinvolgerà in prima persona.
Alessandro Adami, Caterina Furlan e Lorenzo Virgini
(In copertina: Laura Boldrini incontra i rover e le scolte nel quartiere della Novità alla Route nazionale Agesci. Foto di Nicola Catellani)