“Fedeli e ribelli” non è solo il titolo di un libro ma il messaggio che Giovanni Legnani e Carlo Valentini, membri della comunità capi custode dei luoghi di memoria delle Aquile Randagie in Val Codera (Sondrio), vogliono trasmettere durante il laboratorio “il coraggio delle Aquile Randagie” nel Quartiere della Novità.
La storia delle Aquile Randagie si snoda fra la prima e la seconda guerra mondiale e racconta il coraggio di ribellarsi ad una ideologia prevaricante come quella fascista. Nel 1928 l’Asci (Associazione Scout Cattolici Italiani) chiude in seguito all’approvazione delle cosiddette leggi fascistissime, che vietano l’esistenza di associazioni e movimenti basati sulla formazione della persona ad esclusione di quelli di stampo fascista come i Balilla e i Figli della lupa.
Il 20 maggio dello stesso anno, a Milano, per volontà, tra gli altri, del capo ventiquattrenne Giulio Cesare ‘Kelly’ Ucellini, nascono le Aquile Randagie:è gruppo di ragazzi che decidono di continuare l’attività scout clandestinamente. Aquile perché libere di spiccare il volo dagli ostacoli posti dal regime fascista, grazie alla loro capacità di adattamento e improvvisazione, e Randagie perché costrette a cambiare sede continuamente. L’attività delle Aquile continua grazie a messaggi segreti, soprannomi e aiuti da parte di alcuni sacerdoti. Il gruppo partecipa a due Jamboree, quello del 1933 dove Ucellini incontra Baden-Powell, e quello del 1937.
Ucellini sognava che l’avventura dello scautismo durasse un giorno in più del Fascismo e cosi è stato: il 25 aprile del 1945 l’Italia è libera e lo scautismo torna alla luce del sole dopo 16 anni, 11 mesi e 5 giorni. Le storie di Giulio, Andrea ‘Baden’ e Vittorio ‘Volpe Azzurra’ Ghetti, Gaetano ‘ Sparviero del mare’ Fracassi, Don Raimondo ‘Tulin de l’oli’ Bertoletti, Don Enrico ‘Denvi’ Violi e di tutte le altre Aquile, vogliono essere un monito a mantenersi fedeli e ribelli. Fedeli alla promessa, alle scelte, ma ribelli agli ostacoli che impediscono di spiccare il volo.
Simona Cammarata
(In copertina il laboratorio sulle Aquile Randagie – credit Simona Cammarata)