Ingiustizie? Come una piramide rovesciata: ecco perchè

“All’inferno era rimasto un solo posto disponibile e all’esterno una fila lunghissima di dannati che aspettava di entrare. Satana uscì per decidere a chi assegnare l’unico posto: l’avrebbe ottenuto l’anima peggiore. Si rivolse ad un signore e chiese: ‘Cosa hai fatto tu di cattivo nella tua vita?’ e il signore: ‘Io? Niente, assolutamente niente'”. E Satana: “E tu davvero, di fronte a tutta questa malvagità, non hai fatto nulla?”.”‘Certo”,’ rispose il signore. “Allora prego, il posto è suo.” Con questa storia Mercedes Mas, di origini spagnole, capo gruppo di Trezzano sul Naviglio (Milano), ha aperto il laboratorio sulla non violenza.

 Spesso di fronte alle ingiustizie ci si sente impotenti ma, all’interno di ogni situazione bisogna scegliere se essere partecipi o indifferenti. E’ necessario capire se le nostre scelte personali possano influire e cambiare la realtà. La violenza deve provocare indignazione, tanto da far scaturire informazione per capire di chi sono le responsabilità e i vantaggi. Quali i metodi per riuscire a fare qualcosa di concreto? Ci sono tre gradi: il primo consiste nella non cooperazione, quindi nel non aderire e contribuire economicamente a quei modelli che non si condividono; il secondo, la disobbedienza civile, per alzare il consenso dell’opinione pubblica; il terzo, il più pericoloso, il boicottaggio o lo sciopero. Infine è necessaria un’elaborazione delle alternative, quindi decidere come riorganizzare quello che si vuole cambiare. Le ingiustizie sono come una piramide rovesciata che ha bisogno di essere sostenuta da dei forti pilastri, rappresentati da chi ha vantaggi e da chi collabora. Tutti, attraverso un’azione non violenta, possono contribuire a distruggere questi pilastri e capovolgere la piramide, per vivere in una società civile e pacifica.

D. Manicone