Che botto! I numeri della comunicazione

14.378 in un colpo: che botto. La Route nazionale dell’Agesci a San Rossore continua a macinare numeri da record. Dopo i 30.000 che hanno riempito di colore, energia e contenuti il parco, ecco un’altro numero da segnare con la matita rossa: 14.378 lettori in un solo giorno per “Camminiamo insieme” on line –cammianiamoinsieme.agesci.org– la rivista di rover e scolte che ha raccontato la Route dal cuore della Route, la piazza del Coraggio di San Rossore anche dopo la partenza dei ragazzi. Tornati a casa sono diventati subito lettori e rilettori di quello che hanno vissuto in prima persona: ieri infatti il giornale (a cui Matteo Renzi ha dato una intervista esclusiva sabato 9 agosto) ha registrato il suo record: oltre 14.000 contatti. E questo è solo la punta dell’iceberg di un progetto sulla comunicazione della Route.
Rover e scolte oggi sono a casa o in vacanza, puliti e profumati, esausti e felici. Nella loro memoria non svanirà mai il ricordo di quello che è successo a San Rossore: una città che nasce, cresce e scompare nell’arco di pochissimi giorni; interi Quartieri che brulicano di volti nuovi e sorridenti; una fila di bagni chimici lunga alcuni chilometri. Quella appena finita, però, non può essere considerata una normalissima route. Gli azzurri, come ci ha definito il cardinal Bagnasco, non sono arrivati a San Rossore da tutta Italia solo per fare una bella passeggiata e cantare in compagnia. Ci sono andati per cambiare. Cambiare l’Agesci, l’Italia, il mondo e loro stessi.
Davanti ad una scelta con queste implicazioni, l’Agesci ha sentito il dovere di documentare la Route accuratamente, cercando di raccontare il sogno di San Rossore anche a chi non ha potuto partecipare, anche a chi non è mai stato scout, utilizzando strumenti quali Facebook, Twitter, Instagram, Google+ e, soprattutto, il portale camminiamoinsieme.agesci.org.
Il racconto della Route nazionale è stato molto ben accolto, infatti nei soli giorni di Route nazionale il portale ha avuto 35.936 visite da utenti unici; i post della pagina facebook “SCOUT Camminiamo Insieme” hanno raggiunto più di 100.000 visualizzazioni; i tweet di @CamminInsieme hanno raggiunto 1.930.320 utenti circa; l’hashtag #routenazionale è stato usato 1555 volte, in più di 30 nazioni del mondo. E va detto che se i lettori di Camminiamo insieme sono i ragazzi, a San Rossore la maggior parte di loro aveva gli smartphone scarichi e dunque chi ha letto e seguito nei giorni della Route non sono solo rover e scolte. Anzi, rover e scolte sono stati ingaggiati come cronisti, fotografi e videomaker sul campo e al campo: è anche grazie a loro, oltre che ai capi in servizio al Media center, che la Route è stata raccontata (e continuerà ad esserlo) nelle sue mille sfaccettature, nei suoi innumerevoli angoli (di visuale). Non a caso, oltre ai canali social hanno funzionato anche quelli su Youtube; e sono stati sperimentati strumenti comunicativi dei grandi eventi come il live twitting (affidato talvolta agli stessi ragazzi) e lo storify.
Cosa possiamo imparare da questo? Probabilmente che gli strumenti di comunicazione avanzati e potenti come quelli di cui disponiamo oggi, se usati responsabilmente, possono documentare, raccontare e ricordare un avvenimento straordinario come quello di cui siamo stati testimoni, portando fuori da San Rossore la voglia di andare diritti al futuro. E’ stata anche la dimostrazione che le ‘buone notizie’ hanno una loro dignità importante, un valore comunicativo che fa breccia e un pubblico attento. Questo non vuol dire che si è censurata la voce critica o il problema. Se tanti hanno seguito, si sono sintonizzati e sincronizzati sulla Route è perchè la forza dei messaggi e delle notizie che emergeva da San Rossore non era solo per una banale spettacolarizzazione di un evento, ma per la concretezza dei contenuti che lì sono stati espressi e messi in circolo.
Marco Lucà e Mattia Cecchini