Protagonisti del futuro: il coraggio dei clan campani

Protagonisti del futuro: incontro coi clan campani a Napoli

 

Siamo a Napoli per incontrare i clan della Campania.

Il ritrovo è fissato in Piazza del Plebiscito, dove aspettiamo il clan del S. Nicola la Strada 1 (Caserta), dell’Atripalda 1 (Avellino) e del Napoli 14. Insieme a loro, ci rechiamo alla “Casarella di Fiammetta”, un appartamento situato nei Quartieri Spagnoli, sequestrato alla camorra e affidato alla Zona di Napoli dell’Agesci.

Ci accompagnano, oltre ai ragazzi dei clan e ai loro capi, anche i responsabili di Zona di Napoli e gli incaricati regionali R/S.

 

 

Parleremo di Lavoro: cioè, della speranza e del futuro.

 

Il Vesuvio visto dalla CaserellaNella prima fase dell’incontro, cerchiamo di costruire una comunicazione ed una collaborazione reciproca tra i ragazzi, per rompere il ghiaccio. Costruire una torre con gli spaghetti o coordinarsi per un gioco di movimento sincronizzato, sono questi i momenti che hanno permesso la formazione del clima giusto per poter affrontare al meglio il pomeriggio insieme.

Grazie alle esperienze vissute dai ragazzi nella loro comunità, le azioni di coraggio dei clan sono diventate vere e proprie esperienze di cooperazione. Così, possiamo cominciare il nostro viaggio alla scoperta dei sogni condivisi che hanno permesso ai rover e alle scolte presenti di raggiungere degli obiettivi concreti che li rendono protagonisti del proprio futuro.

 

 

Lavoro e integrazione con “I Fiori della Mowha”

Il logo de I Fiori della MowhaLa Cooperativa sociale “I Fiori della Mowha” nasce il 30 luglio 2014 come azione concreta del capitolo “Il coraggio di liberare il futuro” svolta dai ragazzi del San Nicola La Strada 1 per la Route nazionale.

Nello statuto e nell’atto costitutivo è ben precisato che tutti i soci devono sposare i valori cristiani che sono presenti nella Promessa e nella Legge scout.

La cooperativa ha come finalità la promozione e la creazione di eventi mirati a riscoprire luoghi e prodotti locali e di favorire l’inserimento lavorativo anche delle persone più marginalizzate dalla società. Infatti, tra i suoi soci ci sono Andrea, Giovanni e Giuseppe, tre ragazzi con sindrome di Down. “I Fiori della Mowha” ha iniziato il suo impegno con la lavorazione di alcuni prodotti di artigianato e alimentari ed ha successivamente realizzato un allevamento di lumache grazie ad una collaborazione con Coldiretti e CreditAgri (credito e finanza in agricoltura) e la “Maialino in Festa”, un appuntamento cittadino con degustazione di piatti a base di maialino nero casertano, iniziativa che ha riscosso un grande successo e ha visto la partecipazione di circa 2000 persone. La marmellata di mele prodotta dalla cooperativa è inserita all’interno del circuito “Facciamo un pacco alla camorra” del NCO (Nuovo Commercio Organizzato), una realtà che vende scatole alimentari con prodotti realizzati sui terreni sequestrati alla camorra.

Nel futuro della cooperativa c’è l’apertura di una casa famiglia per minori, un centro diurno e notturno per ragazzi con sindrome di Down e un ristorante (attualmente già inaugurato [ndr]). Il ristorante è il primo locale a Caserta gestito da ragazzi disabili ed è stato chiesto di poter entrare a far parte del circuito del “Progetto Policoro” che, a livello diocesano, sta accompagnando e sostenendo l’idea. A tale scopo la cooperativa ha fatto richiesta di usufruire, per l’avviamento del ristorante, del “Prestito della speranza per la microimpresa”.

 

Cambia-Menti, web radio e impegno sul teritorio

 

Logo associazione Cambia-MentiCambia-Menti è il nome della web radio grazie alla quale i ragazzi dell’Atripalda 1 fanno conoscere la realtà territoriale e affrontano l’eterno dilemma: “partire o restare?”. Da quando è operativa, la web radio ha già ottenuto oltre 35 mila contatti.

Contemporaneamente alla radio sono state realizzate tre tavole rotonde sul rapporto tra istruzione e lavoro, ambiente e commercio critico ed ultima, svoltasi nella piazza principale del paese, la “Piazza del lavoro”. Le tavole rotonde sono servite a sensibilizzare i cittadini sulla tematica del lavoro. Nell’ultima, sono stati coinvolti artigiani locali che hanno realizzato piccoli workshop per mostrare nel dettaglio il loro mestiere e far conoscere così la loro professione.

Inoltre, nell’aprile 2015, la Villa comunale di Atripalda è stata intitolata a don Peppe Diana. I ragazzi hanno presentato un progetto al Comune e ottenuto le autorizzazioni necessarie per l’intitolazione.

Alla cerimonia inaugurale hanno partecipato le istituzioni locali, rappresentanti del Comitato “Don Peppe Diana”, un familiare del sacerdote trucidato dalla camorra e alcuni rappresentanti della Zona e della Regione dell’Agesci.

Oggi Cambia-Menti è diventata un’associazione alla quale hanno aderito, oltre ai ragazzi che hanno partecipato alla Route nazionale, anche altri scout e diversi ragazzi del paese: insieme, uniti e a fronte alta, portano avanti la web radio e la speranza.

 

Un momento delle attività alla Casarella

 

Scampia fa crescere la speranza

 

Infine, il clan del Napoli 14, con sede nel quartiere di Scampia, che del “Coraggio di ricominciare” ha fatto la sua bandiera.

Dopo aver incontrato una donna che aveva subito violenza, alcuni ragazzi in un centro per recupero tossicodipendenti e dopo aver visitato il carcere, hanno deciso che quest’ultimo doveva diventare l’ambito del loro lavoro.

“Questa esperienza ci ha colpiti in modo particolare – spiegano i ragazzi – Abbiamo deciso di organizzare una festa in carcere in modo da spezzare la monotonia di quel mondo che sì, avevamo scoperto essere molto diverso da come ci è sempre stato dipinto, ma che comunque era abitato da persone che avevano bisogno di un po’ di svago, di vivere una giornata diversa. L’impatto con il carcere è stato molto diverso da come ce lo aspettavamo; eravamo in un posto pieno di verde, diverso da quelle camere grigie dove nei film i detenuti incontrano i loro familiari, eravamo faccia a faccia con persone normali che (con nostra gioia) sono state molto felici di trascorrere con noi il pomeriggio.”

 

Vista dalla Caserella di Fiammetta

Continuano sempre i ragazzi: “Questo incontro ci ha lasciato molto; anzi, ci piace pensare che quest’azione ha dato più a noi che alle persone incontrate dietro quelle sbarre. Era ovvio che questa esperienza andasse ripetuta, ma questa volta volevamo fare di più. Perciò, abbiamo deciso di animare un incontro tra i detenuti e le loro famiglie, concentrandoci in particolare sui bambini. Anche in questa occasione (forse anche più della prima) la nostra presenza è stata molto gradita, e questo ovviamente, ci ha fatto sentire utili».

 

Ecco i ragazzi incontrati a Napoli: ciò che ci viene raccontata è la concretizzazione della speranza, il riappropriarsi del proprio futuro e del proprio posto sul territorio, la volontà genuina di partire da sé per immaginarsi e proiettarsi nel domani.

Esempi la cui forza deriva dalla loro stessa semplicità: quella semplicità che ti fa dire: «ma perché non ci ho pensato anche io?» e che ti fa pensare, che sta tutto nelle nostre mani, nei nostri cuori, nelle nostre menti.

 

Alessandro Giardina
Riccardo Soffiato
Gianluca Ermanno

 

(L’articolo completo è sul numero di Camminaimo Insieme di Marzo 2016)