Semi di speranza

Costruire il domani partendo dal qui e adesso

Due comunità R/S, due progetti sognati, studiati, realizzati e portati avanti con determinazione. Due progetti fatti di azioni semplici e concrete, quotidiane per dimostrare la fiducia e la speranza nel domani.

C’è chi dice che “la santità non si misura nel fare cose straordinarie ma nel fare straordinariamente bene le cose ordinarie”. Un punto di vista che mette al centro la dimensione umana e la forza dell’essere comunità, del fare azione politica sul territorio.

 

I protagonisti

Francesco, Daniele, Serena, Luca, Matteo, Francesco, Sara, Anna, Giacomo, Simone, Filippo, Michele, Gabriele sono i Rover e le Scolte del clan/fuoco “30 e Lode” del Torino 30 e del clan/fuoco “La Rupe” del Rivoli 2, accompagnati dai loro capi Teresa, Enrico, Sara oltre che dall’Incaricata di Zona alla branca R/S, Elena e dall’Incaricato regionale alla branca della Regione Piemonte, Luca.

 

Semi di speranza Rivoli 2 e Torino 30

 

Li abbiamo incontrati nella sede del Rivoli 2, alla periferia di Torino: è stato quasi un caso, arrivati nel capoluogo piemontese, rendersi conto che il luogo dell’incontro con i ragazzi sarebbe stato a poche centinaia di metri dalla sede dell’Azienda siderurgica ThyssenKrupp, tristemente famosa per l’incidente sul lavoro del dicembre 2007 in cui morirono sette persone. Poco distante anche l’imbocco della Val di Susa che ormai da una intera generazione si interroga sulla TAV, la linea ad Alta Velocità Torino-Lione e sull’impatto ambientale che, se i lavori dovessero continuare, essa avrà sull’intera valle.

 

Dal Piemonte alla Puglia e ritorno (con speranza)

 

Il clan “30 e Lode” ci racconta del suo lavoro sull’alimentazione e sul cibo, partito con l’organizzazione dell’”OrienTOuring”, un percorso ciclistico alla scoperta dei luoghi significativi dell’hinterland torinese sotto l’aspetto del vivere sano attraverso una sana alimentazione, prodotti a Km 0, agricoltura biologica e sostenibile.

Dalla scoperta di un territorio con le sue potenzialità e le sue ricchezze agricole e culturali, il clan è passato poi all’esplorazione di un territorio completamente diverso, quello pugliese: una route estiva in provincia di Bari con tappe in aziende agricole biologiche, nella riserva marina di Torre Guaceto (Brindisi) e attraverso un percorso letterario tra gli ulivi, oltre che ad incontri con i pescatori locali.

 

I clan Rivoli 2 e Torino 30 insieme

 

Il legame con la terra e i suoi cicli naturali caratterizza questa route. Un legame che porta con sé e fa maturare in ognuno una verità e una semplicità unici: il ritorno ad una umanità nei suoi tratti più antichi e veri. Incontrare i contadini pugliesi, essere accolti nelle loro case, coltivare per qualche ora con loro la campagna ha dato la spinta per una maggiore attenzione anche al proprio territorio.

 

«Tornati a casa ora abbiamo uno sguardo diverso su tematiche quali il consumo critico, il rispetto della stagionalità alimentare, la filiera alimentare e il Km 0, il boicottaggio e, di contro, l’incentivazione nel consumo di alcuni prodotti». Questo è lo sguardo sul mondo dal punto di vista del produttore che hanno acquisito i ragazzi del Torino 30. Uno sguardo che si fa ricco degli occhi e delle mani di quei contadini, pescatori, allevatori che vivono il ritmo delle stagioni e il rispetto biologico delle materie prime.

 

Coltivando la speranza nell’orto

 

L’orto sociale del Rivoli 2 è proprio di fianco alla chiesa. Alla sua gestione e al consumo dei suoi prodotti partecipano oramai non solo gli scout ma anche i parrocchiani. Si coltivano pomodori, insalata, angurie, e molto altro. All’uscita della messa alcune persone chiedono ai nostri ospiti i pomodori coltivati nell’orto per il pranzo della domenica.  C’è anche un valore sociale. Ospite della parrocchia è un gruppo di ragazzi provenienti dal Gambia, rifugiati politici, che partecipano attivamente e collaborano alla coltivazione dell’orto.

Coltivare la speranza Rivoli 2L’orto sociale può così rappresentare un modo diverso di essere comunità: un impegno condiviso con il quartiere. Prende spunto da un modo antico di stare insieme, quello di coltivare la terra. Perché coltivare la terra (una consapevolezza che hanno maturato anche i Rover e le Scolte del Torino 30 alla fine della loro route estiva in Puglia) vuol dire (ri)qualificare un territorio. Unire le proprie energie e risorse a quelle di altre persone del quartiere nel gesto antico di far maturare, consumare e condividere pomodori, zucchine e angurie, genera il beneficio di “coltivare” un luogo dove sentirsi a proprio agio, passeggiare, passare del tempo, parlare, sporcarsi, divertirsi.

 

 

Nella relazione tra cittadini ci si auto educa ad uno stile di vita diverso, sostenibile. Non importa la quantità del raccolto: i prodotti finali sono solo un mezzo e non un fine, il mezzo per reimpossessarsi di ritmi più umani e mettere in comune le proprie risorse. Anche l’attesa (della pioggia, del sole, dello spuntare del germoglio, della giusta maturazione del frutto) ha un suo preciso valore e significato.

 

 

La sintesi del discorso nel lavoro dei ragazzi

 

Queste le parole chiave che i Rover e le Scolte, riuniti in gruppo di lavoro, individuano per esprimere la loro esperienza.

 

Custodire significa preservare e mantenere l’ambiente che ci circonda ma anche porre attenzione e cura nel migliorare quanto a noi affidato rendendolo parte importante della nostra vita.

Un po’ come i capitoli che hanno affrontato questi R/S: ora ognuno di loro è custode dell’ambiente in cui vive, perché il capitolo ha trasformato le loro vite attraverso una nuova visione delle cose, nuove possibilità, nuovi orizzonti.

 

Lavori di gruppo a Rivoli

 

Partecipazione e responsabilità collettiva significa sentire l’appartenenza al proprio territorio auto educandosi alla cura dell’ambiente in cui si vive anche attraverso l’abitudine a piccoli gesti quotidiani come la raccolta differenziata.

La realtà si può cambiare solo cooperando perché insieme si ha più voglia di fare e i risultati possono essere migliori. La comunità che porta avanti un progetto in modo collettivo e coordinato è anche in grado di “fare tendenza” e trovare nuove soluzioni ai problemi permettendo di sensibilizzare con più efficacia anche le persone meno attente.

 

Alessandro Giardina, Gianluca Ermanno, Pierfrancesco Nonis
(Foto di G. Ermanno)