Clan/fuoco Gabbiano Jonathan Livingston, Gruppo Bari 1
Il capitolo di quest’anno ci ha visti intraprendere uno studio sul divario tutt’oggi rilevante tra il Meridione e il Settentrione d’Italia. La comunità di clan ha preso questa decisione poiché è emersa l’esigenza di approfondire un argomento incentrato sull’ambito politico, in accordo con gli impegni stabiliti nella nuova carta di clan, tra i quali quello di rendersi “[…] consapevoli di ciò che ci circonda, ma anche dare il massimo per agire sul nostro territorio”. Abbiamo inoltre deciso di condividere il nostro lavoro proprio per il suo carattere nazionale; un’analisi che si pone come obiettivo quello di abbracciare tutta l’Italia.
Ci siamo divisi in pattuglie su tre aree di interesse: economia, cultura e storia. La prima si è concentrata sulla differente visione dell’imprenditorialità tra le due zone della penisola, la seconda ha avuto come punto cardine l’aspetto puramente sociale e la cultura, soprattutto quella dialettale; infine, la terza si è focalizzata su quali eventi storici riguardanti la penisola abbiano influenzato il nascere di questo divario.
Ogni gruppo ha inoltre contribuito alla creazione di un questionario, compilato da persone provenienti da ogni parte d’Italia, che hanno risposto a domande riguardanti le istituzioni, gli usi e le tradizioni di Nord e Sud Italia.
Conclusasi la ricerca generale sulle varie tematiche abbiamo ospitato l’intervento di un esperto che aiutasse la comunità ad orientarsi e a chiarire le idee sulle molteplici informazioni raccolte. Si è scelta come figura professionale quella del sociologo, poiché in grado di analizzare la questione sotto molteplici punti di vista partendo dalla natura propriamente “umana” di essa. Il sociologo Giuseppe Tribuzio ci ha parlato del familismo amorale, per lui il vero fulcro del divario sociale. Abbiamo anche avuto la possibilità di interfacciarci con un secondo esperto, il già Capo Scout Ferri Cormio, e abbiamo discusso circa le differenze tra le comunità scout di settentrione e mezzogiorno.
Per la fase finale del capitolo abbiamo realizzato una Veglia Rover presso la nostra parrocchia, la Chiesa San Pasquale, con la partecipazione di diversi ospiti che sono stati coinvolti con attività interattive. La veglia è stata aperta dal gruppo storia con un focus sul passato e sul presente, per poi sottolineare l’importanza di valorizzare le ricchezze del Bel Paese, soprattutto dove quest’ultime sono trascurate o dimenticate, rivalutandone la loro valenza storica e culturale, ed esaltare l’identità territoriale e regionale. In seguito il gruppo economia ha avviato una riflessione sul familismo amorale e sulle sue conseguenze. Esso è il comportamento per cui determinate scelte e azioni vengono intraprese solo a vantaggio personale e per una ristretta cerchia di persone, non considerando il bene comune, e quindi sfavorendo la crescita collettiva: dobbiamo essere noi per primi a credere e ad avere fiducia nell’altro così da avviare una reazione a catena, per raggiungere un fine comune. Infine il gruppo cultura ha posto l’attenzione sul valore dei dialetti e dei proverbi del settentrione e del meridione, che arricchiscono la lingua italiana e che rappresentano non un motivo di divisione ma di unione e collante sociale. Durante i tre momenti il pubblico è intervenuto con le proprie riflessioni e considerazioni.
La nostra riflessione ci ha visti convenire sul fatto che il divario tra settentrione e meridione è causato da fattori culturali, ideologici e sociologici. Tuttavia, a nostro avviso, è possibile attenuarlo avendo cura di concentrare gli sforzi comuni su tre linee d’azione: educazione, sensibilizzazione e responsabilità comune; la prima per istruire e formare all’accettazione di qualsiasi tipo di diversità, la seconda per prevenire atteggiamenti discriminatori, la terza per orientare positivamente il singolo e la collettività all’inclusione.