Partecipare con il voto

Massimo De Luca

 

Il dono prezioso della democrazia

Il 2021 ha segnato un altro grande passo in avanti nella storia della nostra democrazia. I giovani cittadini italiani, al compimento della maggiore età, possono finalmente esprimere il proprio voto eleggendo anche i senatori della Repubblica italiana. Una conquista democratica del nostro popolo nell’esercizio del diritto al voto, che risolve un’ingiusta e ingiustificata discriminazione che ha radici lontane nella storia. Infatti, subito dopo l’unità d’Italia, nel lontano 1861, furono estese all’Italia che nasceva molte delle leggi che erano già in vigore nel Regno di Sardegna. Tra queste, anche la legge elettorale, che regolava il diritto di voto, promulgata dal re Carlo Alberto di Sardegna nel 1848. La legge stabiliva norme diverse per eleggere la Camera dei deputati, giacché i senatori, all’epoca, erano nominati direttamente dal re. I deputati, di contro, potevano essere votati solo da cittadini maschi con età superiore ai 25 anni, con un reddito non inferiore alle 40 lire annue e con un percorso di alfabetizzazione concluso (dovevano essere capaci di leggere e scrivere). Di fatto, l’esercizio del diritto di voto era ristretto al 2% della popolazione.

Nel 1882, il diritto di voto in Italia fu esteso per la prima volta ai cittadini con età superiore ai 21 anni ma con un reddito annuo non inferiore alle 19,80 lire. Gli effetti della legge furono notevoli, quadruplicando così il bacino degli elettori solo di sesso maschile. Nel 1913, pur con alcune limitazioni, si abbandona il requisito del censo, estendendo il diritto di voto a quasi tutti i cittadini maschi maggiorenni, con età superiore ai 21 anni, portando così il diritto di voto al 94% della popolazione maschile.

Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, il popolo italiano fu chiamato dal Governo provvisorio a decidere quale forma istituzionale dare all’Italia, se diventare una democrazia o continuare con la monarchia dei Savoia. Fu indetto così, nel 1945 un referendum popolare al quale, per la prima volta nella storia del nostro Paese, si allargò il diritto di voto a tutti i cittadini maggiorenni (sempre 21 anni) uomini e donne, senza alcuna limitazione di censo o di istruzione. Successivamente, solo per la Camera dei Deputati, nel 1975 si decise di abbassare a 18 anni (e non più a 21) l’età per esercitare il diritto di voto, estendendolo così a circa 41 milioni di elettori, uomini e donne. La legge lasciava invece invariata la soglia dei 25 anni per votare al Senato.

Ci vorranno ancora altri cinquant’anni per vedere finalmente eliminato, nella nostra democrazia, l’ultimo impedimento al pieno esercizio del diritto del voto dei cittadini, coinvolgendo il 100% della popolazione italiana maggiorenne, senza distinzione di età, sesso e reddito, nell’elezione di tutti i componenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Infatti, nel luglio 2021 il Parlamento italiano ha così modificato la Costituzione, permettendo, a tutti i giovani che entrano nella maggiore età, di poter esprimere il proprio voto per entrambe le Camere. Solo nell’ottobre 2021 il Presidente Sergio Mattarella, ha potuto promulgare la legge di riforma costituzionale, ossia, la modifica all’art. 58 della Costituzione in materia di elettorato per l’elezione del Senato della Repubblica, interessando così una platea di circa 4 milioni di giovani, tra i 18 e i 24 anni. Questa importante riforma costituzionale entrerà in vigore dalle prossime elezioni politiche e da allora le due Camere avranno la stessa base elettorale.

Cari rover e scolte, la democrazia è un bene prezioso e non si deve darla per scontata. L’esercizio del diritto di voto è una delle più importanti libertà individuali che abbiamo poiché dà voce alle nostre idee e desideri. Immaginate un bivacco serale e quel fuoco che arde in mezzo a noi e che ha continuamente bisogno di essere alimentato con nuova legna per darci luce e non spengersi. Ecco, la democrazia ha incessantemente bisogno di noi e delle nostre idee, della nostra libera opinione. In una democrazia, tutto questo, si esprime con il voto. Ma non solo.

Baden-Powell, tra i doveri degli scout, ricordava l’impegno a divenire un buon cittadino per il proprio Paese e per il mondo. In La Strada verso il successo, ci esorta a non pensare a noi stessi, ma al nostro Paese ed al bene che il nostro lavoro potrà apportare al prossimo. Aggiunge “Poi quando sarete cresciuti, avrete diritto al voto e così prenderete parte al governo del vostro Paese”. Questo è lo spirto giusto per andare a votare. Iniziare a partecipare. Una partecipazione attiva, responsabile, solida e impegnata. Ricordiamoci che l’impegno politico di ogni singolo cittadino non si esaurisce con il voto nelle urne!

Vi saluto con le parole di Baden Powell che ancora oggi mi accompagnano ogni volta che mi trovo davanti ad una scelta elettorale: “Siate quindi uomini, fatevi una vostra idea e decidete da soli ciò che, secondo il vostro giudizio, è meglio dal punto di vista nazionale, e non per qualche piccola questione locale, e votate per quel partito finché esso continua ad agire nel modo giusto e cioè per il bene della comunità nazionale. Molta gente si lascia trascinare da qualche nuovo uomo politico per amore di qualche nuova idea estremista. Non credete mai nell’idea di un uomo prima che questa sia stata ben studiata e considerata da ogni punto di vista. Le idee estremiste assai di rado valgono qualche cosa; se andrete a cercare nella storia vi accorgerete che quasi sempre sono state già provate in qualche luogo ed hanno fatto fallimento.

Buona strada a tutti e buon voto!