Un’Europa capace di superare la paura dell’immigrazione, capace di gestire insieme gli esodi e di vedere negli “altri” persone da incontrare, conoscere, capire. Davanti ai giovani rover e scolte della Route nazionale Agesci, Sandro Gozi, Khalid Chaouki e Paolo Martino indicano una strada impegnativa e coraggiosa per il Vecchio Continente.
“Sono ossessionato dal viaggio”, sono queste le parole con cui inizia il suo intervento Paolo Martino, giovane reporter che da anni lavora in Medio Oriente, davanti alle decine di rover e scolte della tavola rotonda “Europa: terra di migrazioni, integrazione e solidarietà”.
“Mi trovavo a Roma e lì è avvenuto un incontro con dei rifugiati politici afghani e ho deciso di raccontare questa storia”. E allora ha iniziato a raccontare quella storia anche davanti alla platea di San Rossore. A raccontarla con lui anche Rahell, un giovane protagonista del documentario “Terre di transito”, che parla dei migranti afghani che percorrono 5000 chilometri per arrivare in Europa, ma che una volta arrivati in Italia non vedono l’ora di scappare in Paesi come Svezia, Danimarca o Germania. L’Italia, che loro vedono solo come Paese di transito, è però spesso il primo in cui mettono il piede e nel quale, dopo essere stati identificati, sono costretti a rimanere vincolati dal Regolamento Dublino II. L’auspicio di Paolo Martino è che l’Italia diventi non più un Paese di transito da cui passare per raggiungere il Nord Europa, ma uno dove sia bello restare. “Siete voi che avete la possibilità di cambiarlo”, conclude Rahell.
A partecipare alla tavola rotonda anche Sandro Gozi, il sottosegretario di Stato alle politiche europee, e Khalid Chaouki, deputato del Partito Democratico. Nelle parole dei due politici la volontà di una maggiore coordinazione a livello europeo per fronteggiare il tema dell’asilo politico e dei rifugiati. “Ci vuole coraggio per fare una politica di integrazione europea – dice Gozi – e l’Italia sta dimostrando coraggio con l’operazione Mare Nostrum che però deve diventare europea. Ma entro la fine del semestre europeo sarà impossibile convincere tutti i 28 paesi membri nei quali sempre più partiti populisti e xenofobi avanzano”. Mentre la fine del semestre europeo si avvicina, priorità deve diventare la ricerca di regole comuni a livello europeo sulle richieste di asilo politico, “è questa la nostra battaglia per superare il Dublino II”, conclude Sandro Gozi.
Anche Chaouki parla dell’importanza di un’azione integrata europea della gestione dei flussi migratori, in proposito ricorda l’evento dello scorso 3 ottobre in cui morirono in mare a largo di Lampedusa centinaia di migranti. “Quella è stata la tragedia che per la prima volta ha coinvolto le istituzioni italiane ed europee. Parlare di mondo globale e di Mediterraneo – prosegue il deputato Pd – significa avere la forza della reciprocità culturale, di mettersi nei panni degli altri ed è questo il passaggio che ancora ci manca. Da cambiare sono innanzitutto le nostre teste, che non devono rimanere ostaggio del pregiudizio. Senza questo passaggio qualsiasi riforma di legge sul tema dell’immigrazione rischia di essere incompleta e la vostra vera sfida – dice rivolgendosi agli scout – è capire come poter testimoniare questo cambiamento capendo che l’immigrazione è parte integrante della società”.
Laura Melissari e Vera Prada (foto di Cinzia Tagliabue)