TuttoMafia

Ormai lo sappiamo, anche se qualcuno continua volerlo ignorare: la mafia è presente al Sud, come al Nord. L’inchiesta romana su Mafia Capitale, solo per fare un esempio, ha rivelato a tutta Italia (e anche all’estero, purtroppo) quanto siano diffusi il malaffare, la corruzione e i comportamenti criminali. Appena qualche giorno prima che il marcio di Mafia Capitale venisse portato alla luce dalla prima tranche di arresti a inizio dicembre 2014, il 28 novembre, il Clan/Fuoco del Gruppo scout Roma 118 ha organizzato, a conclusione del proprio capitolo sul coraggio, una conferenza con Libera sul rapporto tra mafia e territorio a Roma. Ecco la cronaca di quell’incontro. A distanza di otto mesi, non ha perso nulla del suo significato.

La mafia non è solo al Sud; se ci fosse una cartina geografica per individuare tutte le strutture confiscate alla criminalità organizzata, si chiamerebbe come la celebre TuttoCittà. Ed è stato proprio questo il punto di inizio del Clan/Fuoco Roma 118, individuare a Roma, ma più precisamente in zona Cinecittà, tutti gli edifici confiscati e sensibilizzare la cittadinanza a non associare le mafie al Sud poiché, come le statistiche riportate dai relatori invitati di Libera – nota associazione con cui l’Agesci cammina insieme fin dalla nascita – la Capitale si troverebbe solo al terzo posto fra le città italiane con più criminalità organizzata.

Consapevoli che la prima cosa da fare sia proprio capire le dinamiche, rover e scolte del Roma 118 hanno organizzato nell’Auditorium Don Bosco una conferenza, dalla domande semplici, iniziando da ciò che sono le mafie, passando per i comportamenti messi in atto dalle stesse e per finire con le risposte date alle mafie dalla società civile e dal mondo della giustizia.

Una volta partiti dal quotidiano, aspetto considerato punto focale di interesse, è apparso chiaro quanto il concetto di legalità fosse distorta. Lo provano fatti di cronaca che hanno interessato il quartiere, come gli insediamenti di tipo mafioso su via Tuscolana: pizzo, negozi confiscati alla mafia. Ecco dunque che la mafia, intesa come criminalità organizzata, non è affatto “coppola e lupara”, ma piuttosto una realtà molto vicina alla nostra quotidianità; il passo più difficile da fare è proprio riconoscerla.

Da qui l’importanza fondamentale di ogni piccola accortezza: ad esempio il pretendere lo scontrino dai negozianti. Ma non basta: occorre anche testimoniare questa realtà, a partire dalla sensibilizzazione dei più piccoli, così da seminare anche in minima parte ciò che potrà rendere i bambini di oggi, cittadini consapevoli di domani. È nato così un progetto che propone alle scuole elementari e medie attività basate sul metodo scautistico che promuovano la legalità come linea guida nella vita e nella società di un futuro prossimo, in cui i cittadini abbiano occhi aperti e una consapevolezza tangibile.

di Caterina Grimaldi

foto di Simone De Angelis