L’ambiente e l’ecologia sono argomenti molto dibattuti in questi anni. L’attenzione di media, politici e giornalisti è tutta rivolta alle ciminiere fumanti delle fabbriche, allo smog delle code del traffico, agli inceneritori e alle polveri sottili.
Ma se vi dicessimo che nessuna di queste cose inquina tanto quanto le grigliate di ferragosto, il prosciutto sui crostini a pasquetta o una bella bistecca la sera. Ci credereste?
Ebbene sì, la prima cause di inquinamento atmosferico è il cibo ed i processi collegati: lavorazione, imballaggio e trasporto.
Un consumo enorme
È stato più volte dimostrato da moltissimi studi che la carne è l’alimento che richiede più risorse per essere prodotto.
Un chilo di bistecca bovina necessita mediamente di 15 mila litri di acqua e 20 kg di foraggio e mangime e produce 15,2 kg di Co2 per essere servita su un piatto.
Ciò che si ottiene è un prodotto non molto efficiente in termini di energie spese e valori nutrizionali finali. Per fare un esempio, a parità di risorse consumate, le patate sono 80 volte più efficienti.
Questi numeri sorprendenti ci hanno indotti ad approfondire il tema ed investigare ulteriormente sull’impatto delle nostre abitudini alimentari.
Iniziamo dal principio: la dieta più comune è “carnivora”.
L’ISTAT riporta che un italiano medio consuma circa 79 kg di carne ogni anno e, appurati i dati di inquinamento, ci siamo focalizzati sulla provenienza di quei 79 kg.
Per quanto sia romantico avere in mente l’immagine di vacche allo stato brado nei pascoli, abbiamo scoperto che il 99% degli allevamenti in Italia sono di tipo intensivo dove gli animali vivono spesso in situazioni pietose, illegali (come rivelato da alcuni servizi di giornalistici), senza alcun rispetto delle norme igieniche; spesso vengono rinchiusi in gabbie troppo piccole e sporche, anche per queste ragioni si utilizzano molti antibiotici che, se ancora presenti nella carne quando mangiata, possono nuocere alla salute e rendere i batteri sempre più resistenti al loro utilizzo, impedendoci in futuro di poterci curare.
La pesca intensiva
Anche il consumo di pesce incide significativamente, tanto è vero che la pesca intensiva è la causa di una progressiva, evidente e preoccupante riduzione della popolazione ittica di mari e oceani. Molte specie, come tonni e anche squali, sono sempre più a rischio di estinzione. La loro scomparsa ha anche ricadute sull’ecosistema poiché essi svolgono importanti funzioni regolative nella catena alimentare marina.
Alla ricerca della dieta migliore
All’estremo opposto del cibo quotidiano vi è quello vegano e vegetariano. Le diete ad essi correlate si propongono come unica alternativa sostenibile. È veramente così?
La dieta vegana, ad esempio, costa moltissimo in termini di vite umane, culture alimentari millenarie e impoverimento dell’ambiente. Infatti nel veganesimo vanno molto di moda alcuni alimenti esotici e alternativi come quinoa, avocado, anacardi o i più comuni frutti oleosi (mandorle, nocciole, ecc.).
L’improvvisa richiesta di quinoa, cibo alla base dell’alimentazione delle popolazioni del centro America per millenni, ha fatto aumentare esageratamente i prezzi destinando questa pianta alla sola esportazione e costringendo i contadini alla fame o a consumare cibo di bassa qualità.
L’avocado, vegetale che richiede terreni dalle caratteristiche molto specifiche, ha dato inizio nel Centro e Sud America ad una vera e propria guerra criminale in cui si sono inseriti anche i cartelli della droga.
Inoltre i grandi latifondi, come la coltivazione di palma, sono tra le prime cause di deforestazione e impoverimento del suolo nel mondo. Se questo non basta a chiarire come la dieta vegana non sia né etica né sostenibile, si può aggiungere che spesso, se iniziata in età molto giovane, rischia di essere dannosa per la salute perché carente di vitamina B12 e D.
Cum grano salis
Se le diete vegana e carnivora hanno entrambe delle problematiche correlate, qual è la dieta migliore possibile?
Un’alimentazione a base di uova, cereali e loro derivati (pasta, pane), latticini (formaggi, latte), frutta e verdura di stagione è in assoluto la più sostenibile e completa. La carne, come l’avocado, possono essere mangiati, ma con moderazione e possibilmente controllandone la provenienza, così da evitare prodotti scadenti o di origine non molto sicura. In pratica la soluzione è semplice: moderazione!
Clan Azzano Decimo 1 – Fiume Veneto 1