Comunità o Community?

Clan Nangaparbat, Gruppo Susa I

Durante quest’anno come comunità abbiamo approfondito le dinamiche che caratterizzano le comunicazioni all’interno dei vari media, con particolare attenzione ai social network. Abbiamo incontrato degli esperti, abbiamo cercato le origini di queste nuove forme di comunicazione e studiato come si sono evolute nel tempo. Ci siamo poi chiesti quale sia il corretto uso di questi strumenti e come essi possono influenzare le nostre abitudini.

I social network hanno sicuramente cambiato il modo in cui le persone interagiscono. Oggi, anche “grazie” alla pandemia, passiamo molto tempo su di essi tanto da averli resi dei veri e propri luoghi virtuali.

Una dinamica che caratterizza i social è l’emergere di figure che diventano note e molto seguite e spesso vengono assunte come modelli dalle loro “Community”; questo tipo di fama non è durevole nel tempo in quanto è legata ad un trend o ad una moda passeggera, nonostante ciò questi modelli generano una grande emulazione nei propri fans, tanto da diventare delle vere e proprie icone. Nell’approcciarsi al mondo di Internet bisogna ricordarsi che non sempre questi modelli hanno una corrispondenza nella vita reale e non tutto ciò che viene mostrato può essere trasposto nel quotidiano. Bisogna inoltre ricordarsi che questi spazi virtuali, nei quali moltissimi individui interagiscono, non sono luoghi fisici ma piattaforme gestite da privati che hanno posto delle regole da seguire e che possono bannarti, ovvero impedirti di accedere ai contenuti della loro piattaforma, a dimostrazione del fatto che sui Social non si è liberi di fare tutto quello che si vuole.

Inoltre, uno dei maggiori pericoli di questi ultimi tempi, ingigantito dall’avvento dei social network, è quello della diffusione di notizie false, meglio note con l’anglicismo fake news; spesso vengono riportate notizie errate seppur verosimili, creando confusione in chi le riceve. Bisogna infatti ricordare a tutti che molte di queste fake news vengono “fabbricate” con il chiaro intento di essere fraintese o credute verosimili, accendendo gli animi del pubblico su tematiche di interesse a livello sociale come l’immigrazione, il lavoro e la politica. Negli ultimi tempi, ad esempio, circolano molte notizie false circa la pandemia ed il sistema sanitario, con tanto di immagini e false testate giornalistiche. Nel nostro percorso abbiamo capito che l’intento ultimo di chi produce e diffonde le fake news va ben oltre la disinformazione, puntando ad un guadagno economico che aumenta man mano che la notizia viene condivisa e diffusa.

Il miglior modo per riconoscere una notizia falsa è seguire questa indagine critica. Per prima cosa controllare le fonti da cui viene tratta: se essa proviene da un agenzia di stampa o da una testata ritenuta legittima, allora la notizia può essere vera; in secondo luogo, con l’attenta lettura possiamo farci un’idea della sua veridicità, infatti molti articoli falsi sono volutamente pieni di errori grammaticali, come lo stesso titolo o l’indirizzo web del sito di riferimento, o contengono contenuti contraddittori tra loro; l’ultimo consiglio è di riflettere bene sulle tematiche dell’articolo ed utilizzare il proprio buonsenso per riconoscere la veridicità o meno di ciò che stiamo leggendo.

Il lavoro fatto ci ha portato alla consapevolezza di quanto sia importante essere attenti e responsabili del nostro comportamento in particolare in relazione al mondo social che, se da un lato può fornire una grande riserva di conoscenze e opportunità, dall’altro può riservare pericoli insidiosi che possono, non solo danneggiare l’esperienza in rete, ma anche la nostra vita quotidiana.