Nei panni degli altri…

In carrozzina e “al buio” per le vie di Rimini

Clan Zephyr, Gruppo Rimini 4

Facile fare una passeggiata in centro? Si, ma può non esserlo per tutti!

Abbiamo affrontato un capitolo sul tema delle barriere architettoniche, per fare sensibilizzazione sull’argomento e per provare nel nostro piccolo a migliorare Rimini, la nostra città, per renderla più accessibile.

Questo è un argomento che ci è vicino poiché tra di noi c’è chi lo vive quotidianamente in prima persona.

Per comprendere appieno il problema abbiamo incontrato Gianna, una signora in sedia a rotelle, Lea e Nicoletta dell’associazione “U.I.C.I.”, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Queste testimoni ci hanno raccontato la loro storia e i limiti che incontrano tutti i giorni per colpa di una città talvolta poco attenta e attrezzata alle loro necessità.

Noi stessi abbiamo voluto immedesimarci in loro, provando per una giornata a muoverci per la nostra città con sedia a rotelle e bastone bianco. Abbiamo scelto di percorrere strade a noi familiari, di utilizzo quotidiano, ma nonostante questa facilitazione, ci siamo resi conto quanto possa essere difficile avventurarsi per chi è in carrozzina o non vede. Tra marciapiedi dissestati, scalini, monopattini e biciclette lasciate in mezzo al passaggio e rampe mancanti, con un po’ di amarezza abbiamo constatato come questa città spesso trascuri le zone di minore interesse; la cosa ci ha un po’ intristiti.

Abbiamo preso coscienza di questa difficoltà in quel preciso momento, solo provandola in prima persona. Da quella esperienza è nata in noi la necessità di sensibilizzare la cittadinanza su questo tema.

Vogliamo però anche sottolineare come, nel corso della nostra esperienza, abbiamo anche attraversato percorsi ciclabili o pedonali di recente costruzione e progettati in modo da essere facilmente accessibili da tutti, in zone nevralgiche per la circolazione cittadina. Pensiamo quindi che, soprattutto negli ultimi anni, siano stati effettuati interventi efficaci volti a migliorare l’inclusività.

Abbiamo individuato delle criticità, perciò abbiamo deciso di contattare il nostro Comune facendo presente i problemi riscontrati durante la nostra breve esperienza, auspicando che possano essere apportate delle migliorie in futuro.

Quest’esperienza ci ha aiutato a maturare un’attenzione verso il prossimo, in particolare verso le persone che vivono una condizione di difficoltà. Inoltre siamo stati entusiasti di esserci messi in gioco e di aver tentato di fare qualcosa di concreto, dopo due anni difficili, in cui, come giovani, ci sono mancate tante esperienze importanti di crescita.

 

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