Il Catania 5 racconta la triste esperienza vissuta con la base scout presa di mira dai vandali
di Emanuele Mussini
Un altro caso di base scout presa di mira dai vandali. Stiamo parlando del gruppo Catania 5 che, come il Marsala (Trapani) e Mineo – Ramacca (Catania), è stato vittima di attacco vandalico e le autorità, ad oggi, non sono ancora riuscite completamente a fare chiarezza.
La “Casa dell’Angelo”, sede concessa al gruppo scout dal Comune, è stata data in pasto alle fiamme, dopo che i sistemi di allarme sono stati disattivati per consentire il furto di attrezzature utili alla manutenzione della casa stessa. Misero bottino rapportato al danno ben più grande arrecato al gruppo e all’impagabile lavoro dei ragazzi per lunghi mesi impegnati nell’adeguamento e sistemazione degli spazi.
Lo sconforto è tanto ora a Catania. Un senso di impotenza mi pervade, mi rende cosciente di quanto ancora si deve fare per il nostro Paese. Questo episodio ci deve anche far rendere conto che il nostro bellissimo paese, forse, non è formato da un’unica realtà omogenea. Ricordi di una riflessione precedente, in questo momento, mi tornano alla mente.
Una riflessione fatta a ora tarda, sul terrazzo di un palazzo di Scampia (Napoli), durante una splendida route estiva in uno dei luoghi di quest’Italia abbandonati a loro stessi. Per quelli che, come me, hanno sempre visto solo la loro “perfetta” realtà non era infatti facile adattarsi e credere che potessero esistere posti di “frontiera” come quello. Ero convinto che il mondo attorno ad un gruppo scout fosse – sicuramente – facile. Come poteva non esserlo? Voglio dire; ci si dà così tanto da fare, si cresce insieme, ci si spende per il bene comune. Come può il mondo circostante non riconoscere questa volontà di contribuire al benessere di tutti? Perché dovrebbe ostacolarlo?
Eppure per alcuni gruppi questo non è così scontato. Tre casi così ravvicinati in Sicilia non possono essere una coincidenza. Questo ci deve portare ad interrogarci.
Quanto stiamo facendo come scout di realtà diverse per aiutare i nostri fratelli? E soprattutto: quanto siamo a conoscenza di realtà di scautismo diverse dalla nostra?
L’incendio alla base scout La Casa dell’Angelo e la voglia di ripartire
a cura del Clan “Il Faro” – Catania 5, con la collaborazione della Co.Ca.
Era il 2016 quando il Gruppo scout Catania 5 ha preso l’iniziativa di chiedere al Comune una casa cantoniera per portare avanti il progetto di educare i nostri giovani al rispetto di valori che al giorno d’oggi si vanno perdendo. La casa era infatti stata richiesta con lo scopo di poter svolgere non solo le attività di gruppo e di branca, ma anche con l’intenzione di ospitare altri gruppi scout con la speranza di poter trasmettere valori quali, ad esempio, la cura del bene comune.
Con tanto impegno e devozione questo progetto è stato terminato; soprattutto tramite l’aiuto del padre di uno dei ragazzi a cui, successivamente, abbiamo deciso di dedicare il nome della base: “CASA DELL’ ANGELO”.
Purtroppo, però, quando tutto era quasi pronto per l’inaugurazione, veniamo a sapere che qualcuno di ignoto aveva di proposito devastato la base con un incendio. Le fiamme avevano divorato tutto ciò che con fatica, sudore e amore era stato costruito. L’impegno, la dedizione che noi tutti abbiamo impiegato sono così andati in fumo assieme alla nostra casa. Le innumerevoli ore dedicate alla realizzazione di questo progetto sono dunque state vane, assieme ai numerosi autofinanziamenti del branco, del reparto e del clan che, per mesi e mesi, sono stati portati avanti.
Tuttavia, la più grande amarezza con cui fare i conti è che il lungo periodo di progetti e lavori fatto sia stato reso inutile in un secondo, un attimo di tempo. Vi è da aggiungere anche la frustrazione dell’impotenza di fronte al gesto vile di qualcuno senza scrupoli, che sicuramente è la cosa che fa più male.
Difficile è stato anche conviverci con questa consapevolezza, specialmente in riferimento ai valori di rispetto reciproco insegnati dallo scautismo. Motivo per il quale questo fatto non può passare in sordina e, ancora più importante, metterci in crisi sui valori che tutti noi abbiamo scelto di professare.
Non tutto è stato completamente negativo al di là della delusione e dell’amarezza. Importante si è rivelato il ruolo di altri gruppi scout che sono stati solidali e ci hanno sostenuto; come vuole lo spirito di questa nostra Associazione. Dopo un primo momento di sconforto, infatti sono stati fondamentali per farci riunire e, con la forza e la determinazione che ci caratterizzano, farci trovare la grinta e l’entusiasmo perduti, per riprendere il nostro progetto, il nostro sogno. Ora la nostra base può infatti rinascere più bella che in precedenza.