Salvatore e Margherita, maestri dei novizi, Gruppo scout Roma 112
Quest’anno abbiamo accolto in noviziato una ragazza che non aveva mai fatto scautismo. Aveva da anni espresso la curiosità di iscriversi, ma per motivi familiari ha sempre dovuto rimandare. Per noi MdN (maestri dei novizi) è stata una cosa nuova ed inaspettata: è raro che a 16 anni una ragazza si iscriva agli scout “partendo da zero”, ma eravamo convinti del fatto che il noviziato, per come è stato pensato nella nostra Associazione, fosse il momento migliore per scoprire il gioco dello scautismo a quella età: avrebbe passato un anno in un piccolo gruppo, tutti sedicenni come lei, e tutti nei passi della scoperta come lei. In un certo senso, la differenza di esperienza si sarebbe azzerata.
Fortunatamente, è accaduto quello che avevamo previsto, e inoltre la sua presenza e partecipazione (attiva e curiosa già dopo poche riunioni) hanno fornito a tutta la comunità di noviziato continue occasioni per ripensare con maggiore consapevolezza a tutte quelle cose (dalla spiritiera alla strada) che noi, intrisi di scautese, diamo per scontate. Frasi del tipo: “Mi piace venire agli scout perché faccio cose che altrimenti non farei mai” riferendosi alla sua prima uscita, in cui aveva sperimentato per la prima volta la Strada e il deserto, sono state un continuo sprone per gli altri novizi a vedere le cose con occhi nuovi: un po’ più consapevoli, un po’ più adulti.
Poi è stato scoperto il primo focolaio Covid-19 in Italia, e dopo poco è arrivato il DPCM del 9 marzo. I ragazzi e noi capi eravamo, come tutti, un po’ disorientati, ma abbiamo deciso di proseguire comunque le nostre riunioni in videochiamata.
In quel momento, lei ci ha chiesto di voler pronunciare la sua Promessa.
Nei mesi precedenti l’avevamo osservata con attenzione, e in qualche momento ne avevamo anche parlato: un po’ ci aspettavamo che maturasse la sua scelta in quel momento dell’anno, ma la pandemia stava cambiando il mondo, lei non aveva ancora nemmeno letto la Legge e la Promessa, e un po’ pensavamo che anche lei avesse rimandato la questione a quando avremmo potuto rivederci di persona.
Piacevolmente sorpresi, l’abbiamo ricontattata per una chiacchierata a tre: quando, quasi con candore, ha detto “Mi piace che quando andiamo in giro la gente si fida di noi”, oppure “Pensavo che gli scout fossero tipo un hobby, e invece è una cosa che migliora i tuoi difetti. È proprio una cosa educativa” e infine “Alla fine gli scout sono anche un po’ uno stile di vita”, non abbiamo avuto più dubbi sul fatto che fosse pronta e consapevole della sua scelta. Non aveva senso rimandare.
Ma come si prepara una Veglia alle Armi in R/S? Non si può proporre la stessa cosa del Reparto: a 16 anni sei un’altra persona…
Ma soprattutto… come si prepara una Veglia alle Armi in lockdown?
Proprio la situazione di quarantena nazionale ha costretto tutti noi a sensibilizzarci sul valore del tempo, prendendo coscienza del fatto che spesso lo sprechiamo. Abbiamo riscoperto il valore della lettura, dello stare in famiglia, del dedicarsi ad una passione, abbiamo coltivato nuovi interessi, reinventato le nostre competenze, ma soprattutto abbiamo riscoperto il valore del silenzio. Questo ci è sembrato lo spunto migliore che potessimo dare alla nostra novizia, e l’abbiamo invitata a prendersi un tempo di silenzio per riflettere su questo e altri spunti riguardanti la Promessa e la Legge.
Ci siamo confrontati in Co.Ca. e con capi R/S di altri gruppi, abbiamo perfezionato la proposta da farle e le abbiamo mandato un’e-mail.
Dopo qualche giorno ci ha ricontattato, chiedendoci ufficialmente di pronunciare la sua Promessa il giorno seguente a “riunione”, insieme a tutti gli altri ragazzi e ragazze. Abbiamo celebrato la cerimonia della Promessa in videoconferenza, forse la prima della storia dello scautismo.
Speriamo sia l’unica. I ragazzi hanno capito che questa cerimonia non si svolgeva nella modalità propria del nostro stile: all’aperto, in mezzo a quella natura che ci parla di Dio, ma d’altro canto non aveva senso aspettare. È stato emozionante vederci tutti e tutte in uniforme, e anche se ognuno di noi era chiuso nella sua camera, lo spirito è stato lo stesso di una cerimonia in montagna.
È stato un momento di comunità molto forte, in un momento in cui quella comunità, costretta in casa, rischiava di disperdersi.
Ma la cosa più emozionante è stata un’altra: nelle primissime fasi della pandemia, con centinaia di morti ogni giorno e gli ospedali al collasso, in un momento storico così drammatico per l’Italia, in cui ognuno di noi almeno per un attimo si è sentito confuso e spaventato, in cui ognuno di noi almeno per un attimo si è chiesto “Quanto lunga sarà la notte?”, c’era una ragazza di 16 anni che prometteva di aiutare gli altri in ogni circostanza.
E questa non è una vittoria scautese, è una vittoria civile.
L’augurio di Angelina:
Aixa sei stata bravissima, nonostante questo periodo un po’ duro per tutti.
Quando hai fatto la Promessa hai dimostrato che farai per tutta la tua vita l’attività degli scout.
Sono molto contenta per te, perché troverai tante amicizie e farai delle esperienze bellissime e indimenticabili della tua vita.
#Anche vivere è un’avventura straordinaria.
Aixa ti auguro una Buona Strada!
Le parole di Lorenzo:
Purtroppo per tutti questo periodo di quarantena non è stato molto piacevole, c’è chi è dovuto rimanere lontano dalla famiglia, chi dal lavoro, chi dagli amici; ognuno di noi ha dovuto rinunciare a qualcosa di molto importante, in primis alla libertà. Fortunatamente però, mi sono ritrovato in un noviziato con i fiocchi, che non si è fermato neanche un giorno, cominciando da subito con Skype, sorvolando problemi tecnici ed emotivi, siamo riusciti tutti insieme a portare a termine il nostro anno preliminare al clan nel migliore dei modi, con tanto di ospiti in video chiamata, per aiutarci nelle riflessioni più complicate. La cosa più bella però, è stata sicuramente la Promessa della nostra compagna entrata a inizio anno, che senza farsi scoraggiare da nulla è rimasta fino alla fine comportandosi come il migliore degli scout, sorridendo e cantando anche nelle difficoltà. È stata la prima volta che ho suonato il canto della promessa con la mia chitarra e farlo in un’occasione così importante è stato un vero onore, anche se devo ammettere che non è stato semplice visti i problemi di connessione. Non c’è cosa più bella di trovare delle persone che sono disposte a tutto pur di portare avanti una passione, perché arrendersi di fronte ai problemi è molto semplice, ma se li si affronta in gruppo non è poi così difficile.
Trovi la registrazione della cerimonia a questo link:
https://drive.google.com/file/d/1o6G6qYQkyLx7sCRVs2FrQhG1TmV_wdQF/view?usp=sharing